Premessa 
Le alghe rosse calcaree (Corallinales) sono caratterizzate da uno sviluppo morfogenetico lento, che si manifesta con la deposizione di carbonato nelle pareti cellulari. Grazie alla loro struttura anatomica e citologica, le Corallinales possono vivere negli ambienti più disparati colonizzando substrati anche molto diversi: vivendo incrostanti su fondi duri, su conchiglie o altro, oppure in forme erette, articolate o ancora libere – staccate dal substrato (es.: mäerl, rodoliti) o persino semi-endofite in altre coralline.
Le Corallinales sono presenti in tutto il mondo (Steneck, 1986): dalle regioni calde (tropicali - temperate) a quelle fredde (artiche - subartiche); all'interno della zona fotica, in forme attualmente viventi, ma anche fossili da lunga data, fino al Terziario (Oligocene), con una storia relativamente lunga sulla Terra. Pertanto, sulla base della loro natura perenne, le Corallinales devono essere considerate come punti di riferimento importanti per ogni approccio fitogeografico (Kurt
et al., 2009), così come per studi climatici a lungo termine. Dal momento che queste alghe rivestono un ruolo fondamentale negli ecosistemi sottomarini, possono essere considerate dei veri e propri “indicatori ecologici” in grado di fornire informazioni sostanziali sui cambiamenti ambientali nel medio – lungo periodo (persino a livello di ere come
palaeomarkers), fatto questo riconosciuto e comprovato da una ricca letteratura scientifica. Un esempio tra i tanti è fornito da alcuni casi (Basso, 1998) in cui l’incidenza dell’energia del mezzo influisce sulla morfologia del tallo attraverso processi di adattamento meccanomorfico, a riprova dell’incidenza: dell’intensità, della direzione dell’energia, del regime sedimentario, ecc..
Dal momento che per parlare compiutamente di “indicatori ecologici”, si deve far riferimento preciso a specie ben caratterizzate, in un rapporto biunivoco di presenza/assenza, causa/effetto di fenomeni ben definiti, una identificazione attenta diventa non solo opportuna, ma persino particolarmente necessaria.
Per contro, in molti contributi floristici, molto spesso le Corallinales sono citate in modo generico (per es.: coralline non identificate; “coralline algal nodules”, “coralloid growth”, “lithothamnion balls”, ecc.), con nomi tra i più disparati a causa sia di difficoltà nell’approccio tecnico – morfologico, che di identificazione di campioni in senso stretto.
Infatti non è raro che fenomeni di polimorfismo (variabilità intraspecifica), convergenza morfologica (variabilità interspecifica), variazioni morfometriche anche rilevanti (dal nanismo al gigantismo), si manifestino con una certa frequenza rendendo l’identificazione particolarmente impegnativa se non impossibile. In particolare, la mancanza/scarsità di caratteri tassonomici diacritici, affidabili, accentua queste difficoltà.
Le ragioni di una scelta
Nell’intento di contribuire a un pronto e relativamente agevole riconoscimento dei campioni raccolti, il nucleo del presente lavoro è stato costruito attorno a due diversi processi identificativi mirati a perseguire finalità diverse anche se complementari: l’uno, sotto il titolo di
“Glossario - Atlante”, l’altro, di
“Identi-Key” (1).
La prima chiave (
“Glossario - Atlante”) ha struttura tipica di una chiave dicotomica (monotetica) (Bressan, 1986). Con questo strumento si procede per scelte singole (Single Access Key – SAK) all’”interno” di una sequenza guidata, di domande e risposte
alternative (2), gerarchizzate dalla più generale alla più particolare, per cui si parla di una struttura “chiusa”, dove l’identificazione tassonomica avviene per la presenza di almeno un carattere discriminante (diacritico).
La seconda chiave (
“IdentiKey”) ha per contro una struttura aperta, dove si possono operare scelte multiple (Multiple Access Key – MAK), indipendentemente dal rango dei caratteri, liberamente considerati rispetto a influenze esterne, come in una vera e propria chiave ad accesso casuale, quale appunto un “Identikit”, dove l’identificazione avviene in funzione di una “combinazione di caratteri” (chiave politetica)
(3).
Da un lato, la scelta della forma “Glossario - Atlante”, è stata mirata all’introduzione di un
“glossario figurato”, non solo accessorio, ma strumentale, parte integrante rivolta a facilitare l’apprendimento del linguaggio (quindi con finalità formative) durante e attraverso la selezione dei caratteri determinanti (Bressan & Babbini, 2003). Con questo metodo viene contestualmente proposto un modello di approccio “empirico”, secondo il quale l’ordine di analisi dei caratteri tassonomici, diacritici per le diverse specie, va da quelli macromorfologici (prevalentemente fenotipici, esterni, più variabili) a caratteri micro-, anatomico - citologici, più costanti, quindi più affidabili.
Dall’altro, la scelta dell’”IdentiKey”, è rivolta non soltanto a neofiti, ma anche a chi ricerca uno strumento in grado di fornire - con pronto riscontro - precisione nella identificazione delle Corallinales del Mediterraneo.
A seguito del libro “Corallinales del Mar Mediterraneo: guida alla determinazione” di Guido BRESSAN e Lorenza BABBINI pubblicato nel 2003 da Biologia Marina Mediterranea 10(2): 240 pp. (book ISSN 1123-4245) e del relativo CD (esaurito), l’1 aprile 2009 è stata modificata e pubblicata sul sito dell’Università degli studi di Trieste la stessa chiave per la determinazione delle alghe Corallinales del mar Mediterraneo che si può trovare all’URL: http://www2.units.it/~biologia/Corallinales/index.htm.
(1) data l’assonanza con il termine inglese “identikit” a cui si rifà come struttura.
(2) fondata sulla base dell’ “OR” (es. alternativa fra la presenza o assenza di un carattere atto a identificare il taxon in esame).
(3) fondata sulla base dell’ “AND” (es. complesso di caratteri che tutti assieme contribuiscono a definire il taxon in esame).