Il grano saraceno della Siberia è una pianta annua originaria dell'Asia Centrale (Siberia meridioanale), probabilmente introdotta in Europa come accompagnatrice delle colture di grano saraceno (F. esculentum) e oggi in via di progressiva rarefazione in conseguenza del loro abbandono, riportata come avventizia per molte regioni settentrionali. La distribuzione regionale è limitata a pochissime stazioni nel Carso triestino. Un tempo veniva anch'essa, sia pur raramente coltivata, oppure cresceva nelle colture di grano saraceno, tra 500 e 1500 m. Nell'area d'origine la specie viene ancor oggi coltivata per i semi commestibili. Il nome generico deriva dal greco ‘phagas’ (ghiottone) e ‘pyros’ (grano, frumento), quello specifico si riferisce ai Tartari, popolazione originaria anch'essa dell'Asia Centrale. forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-ottobre.

Nome italiano: Coronino (Lombardia, Valtellina), Fagopiro tartarico (Italia), Formentù di Siberia (Lombardia, Valtellina), Fraina della China (Lombardia, Como), Fraina tartara (Lombardia, Como), Grano saraceno dei Tartari (Italia), Grano saraceno di Siberia (Italia), Grano saraceno di Tartaria (Toscana), Grano saraceno siberiano (Italia), Pajan todesch (Friuli, Carnia), Panicul (Friuli, Carnia), Paniz (Friuli, Carnia), Polenta nera della China (Veneto, Verona), Siberia (Lombardia, Brescia), Ziberia (Lombardia, Como).