Il farfaraccio bianco è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente in tutte le regioni dell'Italia centro-settentrionale e in Calabria. Cresce in boschi umidi, in radure boschive, sulle scarpate, in vallecole umide, su suoli freschi e ricchi in composti azotati, con optimum nella fascia montana. Alla pianta si attribuiscono diverse proprietà medicinali, ma i rizomi contengono alcaloidi epatotossici. Il nome generico deriva dal greco 'petasos' (cappello a larghe falde), per le grandi foglie spesso usate come cappello dai bambini (il petasos ersa anche il cappello del dio Mercurio); il nome specifico, che in latino significa ‘bianco’, si riferisce al colore dei fiori. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio. - Presenza nel Parco: diffusa soprattutto alle quote superiori. - Camaldoli (Marcucci, 1889; Baroni, 1897-1908), M. Falco, Pian delle Fontanelle, Burraia, Passo della Calla, Passo dei Mandrioli, Campigna (Zangheri, 1966a; 1966b), Falterona (Marcucci, 1889; Baroni, 1897-1908), La Verna (Siemoni et al., 1989-1998); Sasso Fratino, (Hofmann 1965, Massei 1981, Gonnelli et al., 2003a; Norcini & Zoccola, 1995; Montanari, 2005; Gonnelli et al., 2006); Campigna-Lama (Ferrari et al., 1979; 1982; Padula et al., 1988); Zone umide PNFC (Falzea, 2006).

Nome italiano: Barbaz (Friuli, Carnia), Cappellotto (Lombardia, Valtellina), Ciapei (Friuli, Carnia), Farfaraccio bianco (Italia), Lavaz (Friuli, Carnia), Lesche (Friuli), Lesciatt (Friuli), Lesciatt verd (Friuli), Petasite bianco (Italia), Ridoi bianch (Lombardia, Brescia).