L'ippocastano è un albero ornamentale che può raggiungere i 30 m, originario di un'area ristretta della Penisola Balcanica. Fu introdotto nel 1576 da Charles de L'Écluse (Clusius) nei giardini imperiali di Vienna e da qui, a distanza di tempo (sec. XVIII-XIX), venne distribuito attraverso i semi in tutto il territorio dell'Impero Austro-Ungarico; per tale motivo risulta tradizionalmente impiegato soprattutto nell'Italia settentrionale. È coltivato in viali, parchi e giardini, a volte comparendo allo stato subspontaneo nei boschi termofili della fascia collinare. Nell'area urbana di Cividale la specie è ampiamente coltivata, ma appare raramente anche allo stato subspontaneo, in periferia e nella forra del Natisone. I semi, velenosi per effetto dei saponosidi che contengono, vengono talvolta consumati per errore perché scambiati per castagne o ritenuti commestibili come queste ultime. La pianta è usata a scopo farmaceutico ( antiemorroidario), cosmetico e tintorio; i semi, schiacciati e pestati, erano impiegati per la produzione di sapone, specialmente in tempo di guerra. Le alberature sono oggi attaccate da un lepidottero (Cameraria ohridella) che causa il precoce appassimento delle foglie. Il nome generico era già in uso presso i Romani (Virgilio), che però con esso designavano una quercia; il nome specifico deriva dal greco 'híppos' (cavallo) e 'kástanon' (castagna), per l'aspetto dei frutti a forma di grossi ricci a spine deboli e fragili contenenti grossi semi simili a castagne, utilizzati in Oriente come alimento per i cavalli. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.

Nome italiano: Castagna amara (Toscana), Castagna americana (Toscana), Castagna cavallina (Toscana), Castagna d'Endia (Emilia-Romagna, Reggio), Castagna de cavallo (Campania), Castagna de la fievara (Veneto, Treviso), Castagna de lo friddo (Campania), Castagna equina (Sicilia), Castagna indiana (Sicilia), Castagnar d'India (Veneto, Verona), Castagnar mat (Veneto, Verona), Castagnar salvadego (Veneto, Verona), Castagner cavalin (Veneto, Belluno), Castagner de caval (Veneto, Belluno), Castagner mat (Veneto, Treviso), Castagno amaro (Liguria, Genova), Castagno d'India (Toscana), Castagnone (Veneto, Venezia), Castangia de India (Sardegna), Castegne amare (Lombardia, Brescia), Cjastinar salvadi (Friuli), Ipocastano (Veneto, Verona), Ippocastano (Toscana), Ippocastano comune (Italia), Maròn amar (Lombardia, Pavia), Maroni salvadeghi (Veneto, Istria), Marrone d'Italia (Toscana), Marùn d'Endia (Emilia-Romagna, Reggio), Marùn salvadegh (Emilia-Romagna, Reggio), Nus d'India (Piemonte).