La pastinaca comune è una specie a distribuzione originariamente eurosiberiana divenuta oggi subcosmopolita, presente, con tre sottospecie, in tutte le regioni d'Italia. Cresce in vegetazioni da seminaturali a ruderali: nei prati, nelle aiuole spartitraffico, ai margini delle strade, presso le stazioni ferroviarie, su suoli limoso-argillosi da basici a subacidi, piuttosto freschi e ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Nell’area di studio la specie è comune negli ambienti ruderali e nelle formazioni di orlo al margine del bosco e lungo il fosso. Le radici e le foglie sono commestibili: sin dall'antichità le radici venivano consumate come le carote ed erano popolarissime in cucina; oggi il loro uso è purtroppo quasi sparito nell'Europa meridionale, mentre persiste ancora in Europa settentrionale, ove le radici si trovano spesso in vendita nei negozi di ortaggi; le foglie provocano spesso reazioni fotoallergiche per la presenza di furanocumarina, prodotta a scopo difensivo (le concentrazioni sono più alte in presenza di bruchi di lepidotteri). Il nome generico, dal latino 'pastus' (cibo), si riferisce alla commestibilità della pianta; il nome specifico in latino significa 'coltivata'. Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: luglio-agosto. |