22
52
Foglie con al massimo 9 segmenti, di odore aromatico se sfregate tra le dita. Frutto
sferico, contenente una noce
Juglans regia L.
Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed Asia
occidentale, introdotto nel resto dell'Europa già nel Neolitico
(archeofita) e spesso subspontaneo in quasi tutte le regioni l'Italia.
Nella nostra regione è diffuso dalla costa alla fascia montana; in Carso
è abbastanza comune, quasi mai allo stato arboreo. Cresce in boschi e
boscaglie disturbati, su suoli limoso-argillosi profondi, umiferi e
freschi, dal livello del mare ai 1200 m circa. Il legno, di colore bruno
scuro, è pesante, durevole e con belle venature, ed è impiegato nella
fabbricazione di mobili di pregio. Con il mallo di frutti acerbi, da
raccogliere tradizionalmente il 24 giugno, giorno di San Giovanni
Battista, si prepara il liquore 'nocino'. I semi sono largamente utilizzati
nell'alimentazione umana e da essi si ricava un olio alimentare
impiegato anche nelle industrie di vernici, di colori e in profumeria.
Le radici contengono lo juglone, una sostanza che può avvelenare gli
alberi circostanti. Può vivere fino ai 600 anni e il suo tronco può
raggiungere i 2 m di diametro. Il nome generico deriva dal latino
'Jovis glans' (ghianda di Giove); quello specifico significa 'regale' ed
allude anch'esso a Giove, il re degli dei. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
52
Foglie con più di 9 segmenti, di odore sgradevole se sfregate tra le dita. Frutto alato
Ailanthus altissima (Mill.) Swingle
Pianta asiatica introdotta in Francia a metà del '700 ed oggi comune in
tutta Italia. La distribuzione regionale comprende quasi tutte le aree
planiziali e collinari, con irradiazioni anche nei fondovalle del settore
alpino ed una lacuna presso le coste del Friuli. Cresce presso gli
abitati, lungo le vie, in prati abbandonati ove ritarda la ricostituzione
dei boschi, al di sotto della fascia montana. L'ailanto fu introdotto in
Europa per usarne le foglie come alimento per i bruchi di
Philosamia
cynthia
(bombice dell'ailanto), in sostituzione di
Bombyx mori
, il baco
da seta, messo in crisi da una grave malattia. L'allevamento non ebbe
successo ma l'ailanto si diffuse a tal punto da divenire una delle
peggiori piante infestanti in Europa centro-meridionale. L'invasività è
dovuta all'enorme numero di semi (sino a 250.000 all'anno), alla
riproduzione anche vegetativa, alla eliminazione della concorrenza per
allopatia. Le foglie emanano un odore sgradevole per la presenza di
formazioni ghiandolari alla base della lamina. Semi e scorza sono
tossici. Il nome generico in moluccano significa 'albero del cielo' o
'albero che può raggiungere il cielo', concetto ripreso dal nome
specifico. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura.
giugno-luglio.
53
Foglie almeno 5 volte più lunghe che larghe, bianco-pelose di sotto
Salix alba L.
Il salice bianco è un albero eurasiatico-sudeuropeo presente in tutte le
regioni d'Italia. La distribuzione regionale si estende su tutto il
territorio, dalle coste ai fondovalle del settore alpino; in Carso è
diffuso ma non comune. Cresce presso i laghetti e nelle zone umide,
su suoli da argillosi a fangosi periodicamente inondati, ricchi in basi e
composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. A
livello di ecosistema, svolge una funzione di consolidamento del
terreno, limitando i danni in caso di frane. Il legno non marcisce presto
in terreni saturi di acqua. I rami giovani, soprattutto di piante
capitozzate, sono utilizzati come vimini per la costruzione di ceste,
sedie, ecc. La corteccia contiene acido salicilico, componente
essenziale dell'aspirina. Con le foglie si tingeva la lana di giallo. Può
vivere fino a 200 anni. Il nome generico, di antico uso, è di origine
incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis' (presso l'acqua); il nome
specifico allude al fogliame di colore chiaro. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile.