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Foglie di odore aromatico se sfregate tra le dita. Piante più basse di 60 cm a maturità
Satureja montana L. subsp. variegata (Host) P.W. Ball
La santoreggia montana è un'entità illirico-prealpica, segnalata per l'Italia
in Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche. La
distribuzione regionale è tendenzialmente di tipo prealpico-carsico, con
diverse stazioni anche nella parte meridionale del settore alpino, nelle aree
magredili dell
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alta pianura friulana occidentale, e lungo il medio corso del
Tagliamento; in Carso è comune ovunque. Cresce in prati aridi e lande
rupestri, su suoli poco profondi e ricchi in scheletro, sia calcarei che
arenacei purché ricchi in basi, subaridi d'estate, poveri in composti azotati,
con optimum nella fascia submediterranea. Le foglie sono usate come
spezia. L'etimologia del nome generico, già in uso presso i Romani, è
molto incerta. Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di fioritura:
luglio-settembre.
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Foglie senza odore aromatico. Piante più alte di 60 cm a
maturità
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Foglie sempreverdi, coriacee, di color grigio-argentino
Olea europaea L.
L'olivo è l'albero mediterraneo per eccellenza; originario delle regioni
mediterranee e dell'Asia minore, è stato utilizzato e diffuso fin dall'antichità
per l'estrazione dell'olio e per l'impiego diretto dei frutti nell'alimentazione.
In Italia è spontaneo o coltivato in tutta l'area mediterranea, dal livello del
mare ai 900 m circa. Nella nostra regione è introdotto e coltivato sin da
tempi molto antichi, ed è oggi presente allo stato subspontaneo in rare e
sparse stazioni sino ai versanti meridionali delle Prealpi; in Carso è più
diffuso, ma solo nella parte più calda; resti di antichi oliveti in
terrazzamenti abbandonati si trovano nel Carso goriziano, lungo la costiera
triestina, sui colli muggesani, e si rinviene spesso anche in arbusteti e
boscaglie che hanno invaso gli antichi coltivi; negli ultimi anni si assiste ad
un incremento della coltivazione in Carso. L'olivo coltivato ha portamento
arboreo, ed è derivato dall'oleastro, la forma spontanea, che si distingue per
i rami giovani duri e spinescenti, i frutti più piccoli, le foglie più piccole e
ovali ed il portamento arbustivo. Il legno dell'olivo è molto pregiato,
durissimo, a grana forte, di colore giallo-bruno, si presta per lavori al tornio
e d'incisione. L'olivo è anche una bellissima pianta ornamentale il cui
utilizzo come tale si è diffuso negli ultimi anni in gran parte della Pianura
Padana, favorito dalla concomitanza di inverni abbastanza miti. Il nome
generico è quello utilizzato dai Romani, e deriva dal greco 'elaia'; il nome
specifico fa riferimento all'areale tipicamente mediterraneo. Forma
biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-giugno.
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Foglie decidue, sottili, verdi
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10
Margine della foglia dentellato
Euonymus europaeus L.
La fusaggine è una specie eurasiatica presente in tutte le regioni d'Italia. La
distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio. Entra nello
strato arbustivo dei boschi termofili rarefacendosi a partire dalle faggete;
l'optimum è nei mantelli e nelle siepi, su suoli argillosi piuttosto freschi,
ricchi in basi e composti azotati, al di sotto della fascia montana superiore.
I semi sono tossici (evonina) ed erano usati come drastico purgante. Nel
medioevo dal legno si ottenevano fusi per filare la lana, da cui il nome
italiano; i frutti e la corteccia erano utilizzati per le proprietà emetiche,
purganti ed insetticide: la polvere dei frutti seccati e macinati veniva usata
per combattere i pidocchi ed il decotto di frutti e corteccia veniva usato
contro la rogna. Il nome generico deriva dal greco 'eu' (buono) e 'onoma'
(nome), cioè 'pianta con buona fama', in senso ironico a causa della