23
53
Piante decidue con foglie non coriacee
56
54
Foglie adulte grigio-pelose di sotto. Fiori senza petali. Frutto a ghianda
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma
molto più abbondante nell'Italia mediterranea. È la specie
dominante nei residui boschi di sclerofille sempreverdi della
macchia mediterranea, su suolo preferibilmente acido; ai margini
dell'areale cresce anche nei boschi decidui o in habitat rupestri in
siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e ricchi in scheletro. Ha
limitati impieghi artigianali, essendo il legno molto duro e resistente
alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare; viene
comunque usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura,
come parti di attrezzi agricoli, pezzi per torchi, presse e
imbarcazioni, ecc. La corteccia è usata per la concia delle pelli,
perché ricca in tannini. Le ghiande sono impiegate
nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano usate anche
dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome generico,
già in uso presso gli antichi, è di etimologia incerta, potrebbe
derivare da due parole celtiche, 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè
'l'albero per eccellenza'; secondo altri deriva dal greco, indicando il
legno ruvido delle piante di questo genere; il nome specifico, che
forse deriva da una radice celtica che significa 'punta', è quello dato
dai Romani all'agrifoglio, per la frequente presenza anche nel leccio
di foglie subspinose. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita
cespitosa). Periodo di fioritura: aprile-giugno.
54
Foglie adulte glabre di sotto. Fiori con petali. Frutto
carnoso
55
55
Fiori e frutti disposti in corimbi a forma d'ombrello. Rami giovani arrossati
Photinia serrulata Lindl.
Specie di origine asiatico-orientale, viene frequentemente coltivata
come pianta ornamentale, ed è segnalata come avventizia in Veneto
e Toscana. Il nome generico proviene dal greco 'photós' (luce),
alludendo alla lucentezza del fogliame; il nome specifico deriva dal
latino 'serrula' (piccola sega) e si riferisce al margine finemente
dentellato
delle
foglie.
Forma
biologica:
fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
55
Fiori e frutti disposti in racemi allungati. Rami giovani verdi
Prunus laurocerasus L.
Il lauroceraso è originario dell'Asia Minore e dell'Europa sud-
orientale; è stato diffuso a scopo ornamentale nel resto dell’Europa
nel XVI secolo. In Italia, ove la sua presenza è documentata dal
1558, è ampiamente diffuso a scopo paesaggistico-ornamentale
soprattutto per siepi sempreverdi, grazie alla sua robustezza ed
adattabilità alle potature frequenti. Tende raramente a
spontaneizzarsi senza però diventare invasivo; è segnalato come
specie avventizia in Italia centro-settentrionale (salvo che in Valle
d'Aosta e Friuli Venezia Giulia) e Abruzzo (non ritrovato in tempi
recenti in Campania), dal livello del mare ai 300 m circa. Tutte le
parti della pianta contengono elevate quantità di glicosidi
cianogenetici ad azione tossica. Il nome generico, già in uso presso