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L’acero palmato è una specie originaria di Giappone, Corea e Cina
(il nome comune “acero giapponese” deriva dalla sua zona
d’origine). È frequentemente utilizzato a scopo ornamentale, in
numerosissime cultivar, per ottenere effetti estetico-cromatici e
decorativi. L’esemplare dell’Orto Botanico presenta un fusto
sinuoso, contorto e intrecciato caratteristico di questa specie; la
chioma è allargata ad ombrello e le ramificazioni sono molto basse.
Tra gli aceri dell’Orto Botanico è tra quelli che più si distinguono
per il bellissimo fogliame, composto dalle caratteristiche foglie a
forma palmata, che assumono in autunno colorazioni dal giallo-
dorato al porpora.
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Foglie con 3-5 lobi principali
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Foglie con 3 lobi
Acer monspessulanum L. subsp. monspessulanum
L'acero di Montpellier è una specie mediterranea presente in tutta
Italia salvo che in Valle d'Aosta, Piemonte e Veneto (in Trentino-
Alto Adige solo come avventizia), con optimum al di sotto della
fascia montana inferiore. Cresce ai margini di boschi a roverella e
carpino nero e nelle macchie in siti caldi e assolati, prevalentemente
su substrati calcarei. Il nome generico, che deriva dal latino 'acer'
(appuntito, acuto), forse per la forma dei denti fogliari di A.
platanoides, era già in uso presso i Romani; il nome specifico si
riferisce alla città di Montpellier. Il legno duro e compatto è
utilizzato per lavori al tornio. Specie frugale e pioniera, adatta nei
rimboschimenti. All’Orto Botanico sono presenti due piccoli
esemplari di acero minore, ancora molto giovani, che si trovano ai
piedi della Montagnola, nella zona Nord dell’Orto.
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Foglie con 5 lobi
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Ali del frutto formanti un angolo ottuso con il peduncolo o
perpendicolari ad esso (cercate i frutti sotto l'albero!)
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Ali del frutto formanti un angolo acuto con il peduncolo
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Foglie più brevi di 10 cm (misurare almeno 10 foglie e fare la media)
Acer campestre L.
L'acero campestre è una specie europeo-asiatica occidentale presente
in tutta Italia (in Sardegna come avventizia) sino alla fascia montana
inferiore. Cresce in boschi misti di latifoglie decidue, soprattutto ai
loro margini, a volte nelle siepi, assieme a Cornus sanguinea,
Ligustrum vulgare, Ulmus minor etc. Il nome generico, che deriva
dal latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per la forma dei denti
fogliari di A. platanoides, era già in uso presso i Romani. Spesso è
stato utilizzato dall'uomo come tutore della vite. Il legno è adatto a
lavori di ebanisteria e per la fabbricazione di oggetti vari di uso
domestico. L’Orto Botanico ospita numerosi esemplari arborei di
acero campestre. L’esemplare più vetusto si trova sulla Montagnola,
dalla parte rivolta al Giardino Ducale; alto circa 10 metri, ha una
corteccia bruno-grigiastra con profonde fessurazioni e costolature in
rilievo, caratteristica degli esemplari adulti. Gli aceri campestri
contrassegnati con il cartellino sono quattro, ma ve ne sono
numerosi non contrassegnati, nati spontaneamente in varie zone
dell’Orto.
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Foglie più lunghe di 10 cm
Acer platanoides L.