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Il gelso bianco, originario della Cina e della Corea, è stato introdotto
in Europa probabilmente nel XII secolo per l’allevamento del baco
da seta che lo preferisce al gelso nero. La presenza in Italia è
documentata dal 1434. La pianta si è spontaneizzata e diventa a
volte invadente. Il gelso bianco è una specie coltivata per i frutti ma,
più frequentemente, a scopo ornamentale. Il frutti bianchi e
cilindrici, che maturando diventano prima rosa e poi rossi, vengono
consumati freschi o nelle marmellate. Il nome generico è quello
utilizzato dagli antichi romani per indicare il gelso nero, pianta da
loro già conosciuta perchè originaria dell’Asia Minore; deriva a sua
volta dal greco antico ‘meros’, parte, in riferimento
all’infruttescenza formata da tanti piccoli frutti con involucro
carnoso; il nome specifico si riferisce sempre ai frutti ma questa
volta al loro colore prevalente.
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Foglie finemente dentate. Fiori con petali. Frutto diverso
da una mora
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Antere giallastre. Ovario semi-infero. Frutto vellutato, con un solo seme (albicocca)
Prunus armeniaca L.
Originario della Cina, l’albicocco si è naturalizzato nelle regioni
mediterranee ormai da moltissimi secoli. In Italia è presente solo
come essenza coltivata per il frutto, non come essenza spontanea,
fino a 1000 metri. Come nelle altre piante da frutto, la produzione
può essere particolarmente compromessa dalle gelate tardive. I frutti
ovali, color aranciato e leggermente lanuginosi, maturano nel corso
dell’estate a seconda della varietà: esse, infatti, vengono distinte in
base al periodo di fruttificazione. Sono consumati freschi o per
realizzare marmellate.
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Antere rossastre. Ovario infero. Frutto glabro, con più semi (pera)
Pyrus communis L.
Il pero comune deriva forse da incroci fra il pero selvatico europeo e
un pero dell'Asia Occidentale (P. communis subsp. caucasica).
Ampiamente coltivato in tutta Italia sino alla fascia montana, è
sporadicamente rinselvatichito nelle siepi che delimitano antiche
proprietà. Le forme selvatiche - che secondo alcuni autori non
meritano nemmeno il rango infraspecifico - crescono su suoli
argillosi freschi, sciolti, ricchi in basi. È pianta abbastanza rustica
che si adatta bene a diversi tipi di terreno. Predilige posizioni
soleggiate. La potatura viene effettuata solo per migliorare la
produttività, mentre non influisce sull’estetica. Il legno, pesante,
duro e compatto, è stato usato nella costruzione di oggetti di
precisione come righelli o squadre. La coltivazione a scopo
alimentare risale a tempi antichissimi. Fu citato da Omero, mentre
nelle Bucoliche, Virgilio sprona Melibeo a innestare i peri,
dimostrando l’uso consolidato di questa pratica. Può vivere circa
200 anni. Il nome generico deriva dal greco ‘pyr, pyròs’, ‘fuoco, del
fuoco’ per la forma conica dei frutti.
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Picciolo più breve di 3 cm. Frutto avvolto da un tubo erbaceo (nocciola)
Corylus avellana L.