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tossici per molti animali, e da cui si ricava l'acido salicilico. Il nome
generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis'
(presso l'acqua); il nome specifico allude alla somiglianza delle foglie con
quelle di alcune specie di
Daphne
. Forma biologica: fanerofita
cespugliosa. Periodo di fioritura: febbraio-maggio.
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Rami del primo anno non pruinosi, arrossati. Stipole non concresciute con il picciolo
Salix purpurea L. s.l.
Specie eurasiatico-sudeuropea presente con tre sottospecie in tutte le
regioni d'Italia (salvo forse che nelle Marche). La distribuzione regionale
si estende su quasi tutto il territorio, dalle coste al settore alpino; in Carso
ha ampie lacune e non è comune. Cresce in vegetazioni arbustive pioniere
di ambienti disturbati, su suoli primitivi ghiaioso-sabbiosi periodicamente
inondati, per lo più carbonatici e ricchi in composti azotati, dal livello del
mare alla fascia montana inferiore. Come tutti i salici, la scorza e le foglie
contengono il glicoside salicina, che li rende tossici per molti animali, e
da cui si ricava l'acido salicilico. Il nome generico, di antico uso, è di
origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis' (presso l'acqua); il nome
specifico allude al colore rossastro dei rami giovani. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie a contorno triangolare o rombico
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Foglie a contorno non triangolare né rombico
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Margine fogliare con denti acuti, ravvicinati. Scorza bianca, papiracea. Frutti diversi da
una capsula, disposti in infuttescenze simili a piccole pigne
Betula pendula Roth
La betulla è un albero eurosiberiano presente allo stato spontaneo in tutta
l'Italia continentale salvo che in Umbria, Puglia e Calabria, con optimum
nella fascia montana; è più frequente sulle Alpi che sugli Appennini.
Nella nostra regione è diffusa dall'alta pianura alle Alpi, ma più frequente
in montagna; in Carso appare con esemplari isolati in pochissime stazioni.
È una pianta eliofila pioniera di suoli acidi, ove riconquista pascoli
abbandonati. Il legno, elastico e tenero, è usato nella fabbricazione di
spazzole, zoccoli e lavori al tornio (oggetti casalinghi ed utensili), si
presta alla produzione di cellulosa ed è un ottimo combustibile. Dalla
corteccia si ricava un olio essenziale usato in profumeria e nella concia
delle pelli ('cuoio di Russia'). Le foglie contengono un principio tintorio
giallo. Nei paesi nordici la linfa zuccherina è usata per produrre una
bevanda alcolica chiamata 'birra di betulla'. I rami, teneri e flessibili,
servivano per produrre ramazze e cerchi per botti. La specie è anche
piantata per ornamento e a scopo forestale. Il nome generico deriva dal
gallico 'boulease' o dal celtico 'betul', entrambi nomi dati alle betulle;
quello specifico allude alla disposizione dei rami secondari, che hanno le
estremità pendenti. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita
cespitosa). Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Margine fogliare con denti ottusi, distanziati. Scorza non papiracea. Frutti a capsula,
disposti in racemi allungati
Populus nigra L.
Il pioppo nero è un albero eurasiatico-sudeuropeo presente in tutta Italia
dal livello del mare alla fascia montana inferiore; viene spesso confuso
con ibridi introdotti chiamati
Populus x canadensis
. È diffuso in tutta la
nostra regione sino ai fondovalle; in Carso è comune ma raramente
abbondante. Cresce in stazioni umide ma spesso anche in luoghi
disturbati, su suoli da ghiaioso-sabbiosi a limoso-argillosi. Dal legno si
ottiene un'ottima pasta da carta; è impiegato inoltre nella fabbricazione di
fiammiferi, compensati e truciolati. Il portamento maestoso lo rende
adatto come pianta ornamentale. La var.
italica
, il pioppo cipressino, è