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Nome comune:
Castagno.
Morfologia:
Albero caducifoglio alto fino a 20-25 m, con tronco
eretto e massiccio, molto ramificato e con chioma ampia; corteccia
dapprima liscia, poi rugosa e con profonde fessurazioni a tipico
andamento a spirale. Foglie semplici, alterne, caduche, brevemente
picciolate, lunghe 13-20 cm; lamina lanceolata, con margine dentato
ed apice acuminato, verde scura e lucida di sopra, più chiara ed
opaca di sotto. Pianta monoica, con tre tipi di infiorescenze: maschili
(amenti eretti lunghi fino a 20 cm, di colore giallo-chiaro), femminili
(alla base degli amenti maschili, piccole e brevi, con pochi fiori
protetti da un involucro di brattee che diventerà la cupola) e misti. I
frutti sono le note castagne, ossia noci protette da un involucro
marrone lucido, racchiusi in una cupola spinosa detta "riccio".
Areale:
Europa meridionale, Caucaso; coltivato in molti Paesi
extraeuropei.
Habitat:
Boschi di latifoglie submontani, con optimum su substrati
acidi.
Presenza nel Parco:
Raro.
Note:
Il Castagno è molto longevo, potendo raggiungere i 500 anni
di età; per alcuni individui è stata stimata un’età di 1000 anni. In
Italia, sulle pendici dell’Etna, l’esemplare detto "dei cento cavalli"
avrebbe un’età di 4000 anni. Il Castagno ha avuto un’importanza
notevolissima per molti secoli come alimento primario per le
popolazioni contadine delle regioni montane, diventando "l’albero
del pane". Il legname è molto apprezzato per la sua elasticità e
compattezza per paleria, falegnameria, mobili, travi, botti, ecc. Il
legno è usato per la produzione di cellulosa al solfato. Legno e
corteccia venivano usati per la concia delle pelli, dato l’elevato
contenuto in tannini. Le castagne, ricche di amido e zuccheri,
venivano consumate fresche, secche o ridotte in farina. Oggi sono
molto richieste le varietà di grandi dimensioni, dette "marroni", usate
per la preparazione di marmellate e dei prelibati "marrons glacés".
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Foglie solitamente più brevi di 15 cm. Frutti non
avvolti da un riccio spinoso
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Foglie dei polloni lobate. Frutto simile ad una mora
Morus alba L.
Nome comune:
Gelso comune.
Morfologia:
Arbusto o piccolo albero alto fino a 10 m, con rami
giovani glabri e corteccia verde-bruna. Foglie più o meno triangolari
di 4-6 x 7-10 cm, glabre, con ciuffi di peli alla biforcazione della
nervatura centrale; quelle dei polloni divise in 3 lobi. Fiori
unisessuali, riuniti in amenti. Frutto composto di piccole drupe
(sincarpo), ovale o cilindrico, bianco-verdastro talora screziato di
scuro.
Areale:
Originario dell’Asia orientale, viene coltivato da oltre 4000
anni per l’allevamento del baco da seta. Si spontaneizza lungo i
margini delle strade, nelle siepi, ecc.
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Foglie mai lobate. Frutto diverso da una mora
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Fiori senza petali. Frutto secco
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Fiori con petali. Frutto carnoso
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Foglie ad apice più o meno arrotondato. Rami giovani attaccaticci. Semi racchiusi in
infruttescenze compatte simili a piccole pigne
Alnus glutinosa (L.) Gaertn.