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Morus alba L.
Il gelso bianco, originario dell'Asia orientale, è stato introdotto in
Europa probabilmente nel XII secolo per l'allevamento del baco da
seta che lo preferisce al gelso nero. La presenza in Italia è
documentata dal 1434. È ampiamente coltivato nella zona
submediterranea, ed è segnalato come specie avventizia in quasi tutta
Italia. Cresce in filari, siepi, ai margini degli abitati. I frutti sono
commestibili, anche se quasi mai appaiono sul mercato per la loro
breve durata. Il nome generico è quello utilizzato dagli antichi
Romani per indicare il gelso nero, pianta da loro già conosciuta
perché originaria dell'Asia Minore; deriva a sua volta dal greco
antico 'meros' (parte), in riferimento all'infruttescenza formata da
tanti piccoli frutti con involucro carnoso; il nome specifico si
riferisce sempre ai frutti ma questa volta al loro colore prevalente
(esistono anche forme a frutti rosa o violetti, che possono generare
confusione col gelso nero). Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie con odore di alloro se sfregate tra le dita
Laurus nobilis L.
L'alloro è un albero mediterraneo-atlantico, di antica introduzione in
Italia settentrionale, ove anche grazie ai merli che ne diffondono i
semi è diffuso anche allo stato subspontaneo. È presente in tutta
Italia (in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli
Venezia Giulia come avventizia), dal livello del mare agli 800 m
circa. Cresce in stazioni soleggiate nella zona dell'olivo; con l'edera
ed il pungitopo forma piccole oasi di laurofille sempreverdi,
soprattutto su substrati arenacei freschi. Le foglie sono notissime
come condimento. I frutti contengono olii essenziali ed un grasso
impiegato in profumeria. L'olio di lauro, estratto dai semi, è un
componente dell'olio laurino, utilizzato contro i dolori reumatici. La
pianta è tradizionale simbolo di gloria e di affermazione: la 'laurea'
deriva da essa il suo nome. Il nome generico è quello utilizzato dagli
antichi Romani; il nome specifico si riferisce all'uso celebrativo della
pianta. Forma biologica: fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa).
Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie senza odore di alloro
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Rami lungamente pendenti (salice piangente)
Salix x sepulchralis Simonk.
Il salice piangente è originario delle regioni temperate della Cina, e
ne è documentata la presenza in Italia dal 1735. Viene impiegato in
tutta Italia come albero ornamentale da piantare soprattutto al
margine dei laghetti, dal livello del mare agli 800 m circa. La specie
è stata a lungo chiamata
S. babylonica
L., un nome che allude ai
salici citati nella Bibbia sulle rive di Babilonia, ma quello coltivato
più frequentemente da noi è un ibrido tra
S. babylonica
e
S. alba
. Il
nome generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal
celtico 'sal lis' (presso l'acqua). Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Rami non lungamente pendenti
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Foglie a margine dentato o dentellato
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Foglie a margine intero
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Pianta sempreverde con foglie coriacee