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Introduzione
Gli stagni temporanei mediterranei sono piccoli corpi idrici di acqua dolce alimentati quasi
esclusivamente da acqua piovana per cui hanno carattere effimero e strettamente dipendente dal
regime pluviometrico annuale e ospitano una flora peculiare. In queste condizioni instabili e
imprevedibili si sviluppa una flora esclusiva e altamente specializzata che include numerose specie
rare e di interesse per la conservazione, indicata come 'flora nana' per enfatizzare le piccole
dimensioni delle specie. Le specie dominanti, quelle annuali, presentano un ciclo vitale breve e la
capacità di fiorire con apparati vegetativi ridotti e fruttificare anche entro poche settimane dopo la
germinazione. Producono inoltre molti semi che germinano in maniera opportunistica assicurando
la sopravvivenza della specie anche durante le annate particolarmente sfavorevoli. Caratteristiche
sono anche le piccole geofite a crescita lenta e stress tolleranti (es.
Isoëtes
sp. pl.). Assieme a questa
flora altamente specializzata gli stagni temporanei ospitano anche specie igrofile e acquatiche più
generaliste e specie opportunistiche terrestri che compaiono soprattutto nelle aree periferiche e si
diffondono verso l’area centrale durante i periodi di secca.
Nel bacino del Mediterraneo gli stagni temporanei sono indicati tra gli habitat di maggiore interesse
biologico e biogeografico. La Direttiva Habitat li riconosce come habitat di interesse comunitario,
includendoli nel gruppo delle acque dolci stagnanti con i codici 3120, 3130 e 3170*.
In Sardegna gli stagni temporanei mediterranei, localmente indicati come
paulis
o
pischinas
, sono
localizzati principalmente nei tavolati e nelle aree pianeggianti a quote comprese tra 10 e 1200 m, in
condizioni bioclimatiche da meso-mediterranee (temperatura media annuale: 15 °C, precipitazione
annuale: 946 mm) a temperato-submediterranee (temperatura media annuale: 10 °C, precipitazione
annuale: 1000 mm). Occupano piccole depressioni su suoli idromorfi e su substrati rocciosi
impermeabili e poco drenanti (es. granito). La profondità massima dell’acqua varia in rapporto alla
morfologia del substrato e spesso, nonostante le dimensioni ridotte, è possibile riconoscere una
zonazione della vegetazione in tre fasce: una esterna, una intermedia e una centrale.
Il paesaggio vegetale circostante è diversificato in relazione alla quota e al tipo di substrato: boschi
neutro-acidofili a quercia da sughero (
Quercus suber
), in molti casi convertiti in pascoli arborati, sui
tavolati; boschi di querce caducifoglie dominati da quercia di Sardegna (
Q. ichnusae
) sui substrati
non carbonatici della Sardegna centro-settentrionale; boschi edafo-mesofili sempreverdi misti (
Q.
ilex
,
Q. suber
) nelle aree pianeggianti. L’uso del territorio è caratterizzato da attività agro-pastorali
estensive che contribuiscono alla conservazione degli stagni temporanei controllando i processi di
colonizzazione della vegetazione arborea e arbustiva.
L’elenco floristico utilizzato come base per la realizzazione di questo strumento di identificazione è
stato creato nell’ambito del progetto 'Piante vascolari, briofite e fauna acquatica degli stagni
temporanei mediterranei della Sardegna: biodiversità, ecologia e conservazione' (Acronimo:
'Paulis'), finanziato dalla Regione della Sardegna - Legge Regionale 7 agosto 2007, n. 7:
'promozione della Ricerca Scientifica e dell’innovazione tecnologica in Sardegna'.
I rilievi di campo sono stati integrati con dati bibliografici e informazioni derivate da campioni
d’erbario delle Università di Cagliari (CAG), Firenze (FI), Sassari (SS e SASSA) e Torino (TO).
Nell’elenco sono state incluse tutte le entità fino ad oggi rinvenute negli stagni temporanei della
Sardegna, comprese alcune entità arbustive e arboree che colonizzano questi habitat specialmente
nelle aree non più utilizzate per attività agro-pastorali estensive.
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