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Foglie non lobate
15
14
Albero senza spine. Fiori senza petali. Frutto secco (ghianda)
Quercus robur L. subsp. robur
La farnia è un albero dell'Europa centro-meridionale presente in tutte le
regioni dell'Italia continentale. La distribuzione regionale si estende dalla
costa ai fondovalle del settore alpino, ma la specie è più frequente nella
bassa pianura friulana. Cresce in boschi planiziali, su terreni profondi e
molto freschi, con optimum nella fascia submediterranea. Viene coltivata
per rimboschimenti e per il legname pregiato utilizzato per travi,
costruzioni navali, mobili, scale, parquet, etc. Con il termine 'rovere di
Slavonia', il legno di farnia è utilizzato per costruire doghe delle botti
destinate all'invecchiamento di vini pregiati e cognac. Un tempo le ghiande
erano largamente usate per l'alimentazione dei maiali. È una pianta a
crescita lenta ma molto longeva; si conoscono esemplari di circa 1000 anni.
Il nome generico, già in uso presso gli antichi, è di etimologia incerta,
potrebbe derivare da due parole celtiche, 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè
'l'albero per eccellenza'; secondo altri deriva dal greco, indicando il legno
ruvido delle piante di questo genere; quello specifico è un termine latino
che significa 'duro', 'resistente', 'robusto'. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Arbusto spinoso. Fiori con petali. Frutto carnoso rosso
Crataegus monogyna Jacq.
Il biancospino è un arbusto eurasiatico-sudeuropeo presente in tutta Italia
dal livello del mare alla fascia montana inferiore, con optimum nella fascia
submediterranea. È comunissimo in tutta la nostra regione sino alla fascia
montana inferiore; in Carso è comune ovunque. È uno dei principali
costituenti di boscaglie, macchie e siepi, ed appare in tutti gli stadi dinamici
della vegetazione legnosa, su suoli da carbonatici a debolmente acidi;
colonizza persino le pietraie, sia pur con esemplari rattrappiti e deformi. È
una pianta ornamentale usata per siepi e giardini, apprezzata per la fioritura
prolungata e profumata e anche per il colore vivace dei frutti che perdurano
a lungo. Le foglie e i frutti hanno proprietà officinali. Il nome generico
deriva dal greco 'kratos' (forza), antico nome comune della pianta, quello
specifico deriva dal greco 'mónos' (unico) e 'gyné' (femmina), per l'ovario
monocarpellare. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
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Foglie composte (divise in tante foglioline)
16
15
Foglie semplici, intere
20
16
Foglie con 3 foglioline. Fiori gialli. Frutto un legume
Laburnum alpinum (Mill.) Bercht. & J. Presl
Specie delle montagne dell'Europa meridionale, presente in tutte le regioni
dell'Italia continentale, salvo che in Puglia e forse Lazio. La distribuzione
regionale si estende su tutte le aree montuose del Friuli. Cresce in boschi di
latifoglie, soprattutto faggete, ma riesce a vegetare anche lungo canaloni
percorsi da valanghe grazie alla sua alta capacità di produrre polloni, con
optimum nella fascia montana. Tutta la pianta, soprattutto semi e foglie,
produce un alcaloide tossico (neurotossina), la citisina, che paralizza i
centri nervosi provocando avvelenamenti anche mortali. Il legno si
conserva molto bene e trova uso nella paleria, ma viene usato anche per
lavori al tornio e per pavimenti. È una specie poco longeva (50-70 anni). Il
nome generico era già in uso presso i Romani per una pianta simile; quello
specifico indica il suo habitat generale, le Alpi. Forma biologica: fanerofita
cespugliosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
16
Foglie con più di 3 foglioline. Fiori non gialli. Frutto
diverso
17
17
Piante spinose
18
17
Piante non spinose
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1,2,3,4,5,6,7,8 10,11,12,13,14,15,16,17,18