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Famiglia
Oleaceae.
Sinonimi
Jasminum primulinum
Hemsl.
Area d'origine
Cina.
Etimologia
Il termine
generico deriva dall'arabo 'jsmin' = fiore bianco, per il
colore dei fiori del gelsomino comune (J. officinale L.),
usato dagli arabi per l'estrazione di oli essenziali
profumati.
Descrizione
Arbusto sempreverde, sarmentoso
ed espanso, che può raggiungere i 5 m d'altezza, provvisto
di rami tetragoni, glabri. Le foglie sono opposte, formate
da 3 foglioline piccole, oblungo-lanceolate, di colore
verde brillante. I fiori sono numerosi, grandi, solitari,
ascellari, inodori, di colore giallo e diametro fino a 4 cm,
semidoppi, con calice a 5 denti, corolla tubulosa a 6-10
lobi piani, arrotondati, 2 stami inclusi nel tubo corollino
ed ovario unico, supero, bicarpellare e biloculare. Il frutto
è composto da due drupe geminate.
Periodo di fioritura
Fiorisce tra la primavera e l'estate.
Coltivazione
Pianta semirustica, non tollera il freddo intenso, cresce all'aperto nelle regioni a clima mite, ma può andare
incontro a parziale defogliazione in inverni particolarmente freddi. Richiede esposizioni soleggiate e riparate,
terreno fresco, profondo, fertile e ben drenato. È consigliabile la potatura dei rami fioriferi dopo la fioritura.
La pianta non è nota allo stato spontaneo neanche nella sua area d'origine, probabilmente si tratta di una
specie colturale di origine molto antica, come testimoniano i fiori semidoppi, tipici delle varietà colturali. Si
moltiplica per talea di legno semimaturo in tarda primavera o in estate.
Uso
Adatta in parchi e giardini come
cespuglio ricadente o come pianta rampicante per piccole superfici.
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Foglie con più di 3 foglioline. Fiori non gialli
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Foglie verdi di sopra, grigio-pelose di sotto
Vitex agnus-castus L.
Famiglia
Verbenaceae.
Area d'origine
Regione
mediterranea, Oriente.
Etimologia
Il termine generico è
l'antico nome latino di un arbusto simile, deriva da 'viere'
= legare, intrecciare, ed è riportato da Plinio nella Hist.
natur. XXIV, 38. Il termine specifico deriva dal greco
'agnos' (da 'a', prefisso privativo e 'gnos' = procreazione)
nome dato alla pianta perché ritenuta anafrodisiaca.
Descrizione
Arbusto o piccolo albero caducifoglio, alto 1-
3 m, a tronco diritto con corteccia grigio-giallastra, che
reca in alto numerosi rami biancastri, quadrangolari, sottili
e flessibili ed emana un caratteristico odore di pepe, più
accentuato in presenza dei frutti. Le foglie sono caduche,
opposte, digitato-composte, con 5-7 foglioline lanceolate,
generalmente intere, biancastre e cotonose nella pagina
inferiore, di colore verde-scuro e senza peli in quella superiore; picciolo lungo 3-6 cm, senza stipole. I fiori,
ermafroditi, sono disposti in glomeruli corti e compatti, formanti a loro volta una lunga infiorescenza a spiga;
il calice è piccolo (meno di 2 mm), 5-dentato, coperto di peli biancastri; la corolla è bluastra o violacea,
raramente bianca, lunga 4-6 mm, tubulosa, con 5 lobi ineguali; gli stami sono 4 (2 più grandi), epicorollini,
sporgenti dalla corolla; l'ovario è diviso in 4 logge contenenti ciascuna un ovulo, con stilo lungo e stimma
bifido. Il frutto è una drupa (3-4 cm di diametro) 4-loculare con 4 semi, 1 per loggia, dei quali uno solo è
fertile.
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Foglie verdi su entrambe le facce
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Foglie palmate
Aesculus hippocastanum L.
Famiglia
Hippocastanaceae.
Sinonimi
Hippocastanum
vulgare Gaertn.
Area d'origine
Grecia, Asia occidentale.
Etimologia
Il termine generico è il nome comune latino
dato a una specie di quercia, nome adoperato poi per
questa pianta forse in riferimento al portamento imponente
e robusto. Il termine specifico sembra legato all'uso dei
frutti di questa pianta, simili a castagne, per curare la tosse
dei cavalli (in greco 'ippos' = cavallo).
Descrizione
Albero
deciduo, alto fino a 40 m, a portamento espanso e chioma
ampia, con tronco e rami ricoperti da una corteccia liscia,
successivamente fessurata longitudinalmente. Le foglie
sono palmato-composte, con 5-7 foglioline cuneiformi a
margine dentato e con lungo picciolo. I fiori, riuniti in
vistose pannocchie erette, terminali, sono irregolari, con
calice a 5 denti e corolla a 5 petali bianchi screziati di rosso. Il frutto è una capsula sferica, spinosa,
contenente uno o più semi grossi, bruni e lucidi, simili a castagne.
Periodo di fioritura
Fiorisce in primavera,
tra Aprile e Maggio.
Coltivazione
Pianta abbastanza rustica, predilige esposizioni soleggiate, terreno
profondo e ben drenato. Esistono numerose varietà orticole: la var. 'digitata' a foglioline brevi e strette; la var.
'flore pleno', sterile, a fiori doppi; la var. 'memmingeri' con foglie inizialmente gialle, poi verde pallido; ecc. Si
moltiplica per seme in autunno.
Uso
Si utilizza come pianta ornamentale in parchi e giardini per
ombreggiatura e per l'abbondante e vistosa fioritura. La scorza ha attività antisettica, i semi hanno azione
vasocostrittrice. I semi sono tossici per l'uomo mentre possono essere consumati senza inconvenienti dagli