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di origine neozelandese, sono la 'mammoth' con frutti molto grossi (50-80 g), la 'unique' a maturazione
precoce, la 'gemini' con frutto grosso e polpa di eccellente qualità; altre cultivar californiane sono la 'coolidge',
la 'choiceana', la 'superba', ecc. Si moltiplica per talea di legno tenero in estate oppure per seme o per divisione
di polloni.
Uso
Pianta ornamentale sia per il fogliame che per la fioritura, si coltiva prevalentemente per i
frutti eduli. Giovani esemplari possono essere coltivati in vaso. I frutti possono essere consumati freschi
oppure adoperati per produrre marmellate, gelatine e canditi. La polpa fresca è molto aromatica, ha un sapore
che ricorda l'ananas e la fragola e un alto contenuto di zuccheri e di iodio. I frutti si possono anche conservare
sotto alcool senza perdita del loro delicato sapore. Nei luoghi di origine la pianta ha un'impollinazione
ornitogama da parte dei colibrì; nelle nostre regioni tali pronubi sono sostituiti dalle api.
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Foglie almeno 4 volte più lunghe che larghe
Nerium oleander L. subsp. oleander
Famiglia
Apocynaceae.
Area d'origine
Regione
mediterranea.
Etimologia
Il termine generico deriva da
'nerón' = acqua, perché questa pianta cresce più rigogliosa
lungo i corsi d'acqua. Il termine specifico non sembra
avere alcuna attinenza, come invece alcuni sostengono,
con l'olivo (Olea europaea L.), ma sarebbe derivato per
corruttela dal basso latino 'Arodandrum', derivato a sua
volta per alterazione dal vocabolo greco 'rhododendron' =
pianta rosea, per la somiglianza dei fiori, sia nel colore che
nella morfologia, con quelli dei Rhododendri. Il nome
comune 'Mazza di San Giuseppe' trae origine dal racconto
dei vangeli Apocrifi secondo i quali i pretendenti della
Vergine Maria dovettero deporre sull'altare una verga;
quella portata da San Giuseppe, fatta di oleandro,
germogliò appena deposta, facendo ricadere su di lui la scelta.
Descrizione
Arbusto sempreverde, cespuglioso
o piccolo albero, alto da 2 a 6 m. Le foglie sono opposte o in verticilli di 2-3, coriacee, intere, lanceolate,
acute, glabre, lunghe 10-15 cm, con nervature parallele, di colore verde-scuro opaco. I fiori, riuniti in cime
terminali corimbose, sono grandi, leggermente odorosi, solitamente rosei o bianchi, con calice a 5 lobi
lanceolati e corolla tubulare con lembo 5-lobato e fauce provvista di linguette sfrangiate. Gli stami sono 5 e
l'ovario è bicarpellare. Il frutto è fusiforme, formato da due follicoli saldati, contenenti numerosi semi
tomentosi.
Periodo di fioritura
Fiorisce dalla primavera all'estate, fino all'autunno.
Periodo di
fruttificazione
Fruttifica nell'inverno successivo.
Coltivazione
Cresce spontaneo nella macchia mediterranea
alluvionale, in stazioni sassoso-umide. Predilige i greti delle fiumare, la posizione soleggiata, tollera la siccità
ma cresce più rigoglioso in presenza di acqua. Si adatta bene anche in vaso, purché profondo, data la notevole
espansione dell'apparato radicale. Sono note diverse varietà a fiori rossi, gialli, albicocca o variegati. Si
moltiplica per seme o per talea di legno semimaturo in estate. Può essere attaccato dalla cocciniglia
dell'oleandro.
Uso
Si coltiva per la fioritura intensa e vistosa sia sotto forma di cespuglio che di siepe, oppure
in filari per alberature. Tutta la pianta è velenosa per la presenza di alcaloidi e glucosidi tossici, quali la
neerina e la neriantina, con proprietà cardiotoniche simili alla digitale.
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Foglie meno di 4 volte più lunghe che larghe
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Foglie a base troncata o cuoriforme
Catalpa bignonioides Walter
Famiglia
Bignoniaceae.
Area d'origine
America
settentrionale.
Etimologia
Il termine generico è quello con
cui gli indiani d'America denominavano la pianta. Il nome
specifico allude alla somiglianza con la Bignonia, genere
della stessa famiglia.
Descrizione
Albero dal fusto con
corteccia di colore marrone chiaro, alto fino a 15 m. Le
foglie, ovato–cordate e acuminate all'apice, con margine
intero, raramente con 1-2 lobi laterali, sono lievemente
pubescenti nella pagina inferiore, di colore verde scuro
nella pagina superiore e maleodoranti quando stropicciate.
I fiori, abbondanti, sono a campana, bianchi con macchie
porpora e righe gialle, riuniti in infiorescenze erette a
racemo. I frutti sono capsule lunghe fino a 35 cm,
cilindriche, con semi ellittici.
Periodo di fioritura
Giugno-Luglio.
Coltivazione
È un albero rustico, tollera il freddo e non ha particolari esigenze di terreno;
preferisce posizioni soleggiate e riparate dal vento.
Uso
Pianta coltivata solitamente come ornamentale in
giardini e parchi. In Giappone è utilizzata come pianta officinale.
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Foglie arrotondate od attenuate verso la base
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Margine della foglia dentato
Philadelphus coronarius L.