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La Riserva Naturale Integrale di Monte Faverghera, istituita con D.M. il 28/09/1971,
occupa una superficie di circa 14 ettari tra i 1300 e i 1600 m, sul versante nord-
orientale del M. Faverghera presso Belluno, caratterizzato da pendenze moderate. I
terreni sono di natura calcarea e la morfologia è caratterizzata da forme di
modellamento carsico, in particolare dalla presenza di numerose doline.
Il clima risente essenzialmente di due fattori:
1) la vicinanza del mare che influisce sull’umidità atmosferica e sulle precipitazioni,
che raggiungono i 1600-1800 mm/anno con un picco autunnale e un picco
primaverile
2) la posizione cacuminale che comporta notevoli escursioni termiche, elevata
ventosità, violenti temporali estivi e repentine variazioni delle condizioni meteo.
Questi elementi fisici hanno ripercussioni sull’assetto vegetazionale, caratterizzato da
praterie basifile nelle zone sommitali, da popolamenti rupestri basifili sugli
affioramenti rocciosi, da formazioni a nardo nelle depressioni delle doline, da
formazioni ad alte erbe nelle vallecole lungamente innevate, da arbusteti a salici, da
boschi di ricolonizzazione con dominanza di larice e betulla e da boschi montani con
abete rosso e faggio. Questi popolamenti sono distribuiti secondo un mosaico spesso
caotico, con confini a volte poco netti. Questo determina una discreta diversificazione
degli habitat che unita alla tutela di cui essi godono, favorisce lo sviluppo e la
permanenza anche di un articolato popolamento animale.
All’interno della riserva si colloca il Giardino Botanico delle Alpi Orientali, struttura
sorta nella metà degli anni ’50 grazie al contributo di Virginio Rotelli, appassionato
ambientalista bellunese e di Francesco Caldart, botanico e funzionario del Corpo
Forestale dello Stato.
L’area inizialmente occupava una piccola cava dismessa di proprietà del Comune di
Belluno che si rivelò ideale per la realizzazione del progetto, dal momento che era già
spontaneamente concentrata una grande varietà di specie vegetali di notevole pregio.
In quegli anni i lavori venivano svolti mediante il contributo dell’ispettorato forestale
e di Enti pubblici e privati. Successivamente all’istituzione della Riserva Naturale
Integrale, la gestione e la proprietà dell’area passarono al Corpo Forestale dello Stato.
Questa guida alla flora spontanea della Riserva, prodotta in collaborazione con il
Progetto Europeo KeyToNature, verrà utilizzata per attività di educazione ambientale
rivolta ai visitatori del Giardino Botanico.