34
Maclura o spino degli Osagi. - Il nome generico deriva dal
cognome del geologo americano William Maclure, vissuto
a cavallo del XVIII e XIX secolo; il nome specifico allude
al frutto che richiama vagamente come forma un pomo. E’
una pianta a portamento arboreo o arbustivo dalla chioma
espansa, larga e molto irregolare, che può raggiungere i 12-
15 m. Ha tronco tortuoso dalla scorza bruno-ocracea con
sfumature aranciate. Le foglie sono alterne, caduche,
semplici, con lamina obovata-lanceolata ad apice
pronunciato, lunghe dai 6 ai 12 cm, di colore verde chiaro;
dalla loro ascella spuntano lunghe e robuste spine. La
rottura di rami e foglie provoca la fuoriuscita di latice come
in altre piante della famiglia delle Moracee. E’ una pianta
dioica con fiori maschili e femminili su individui diversi. I
fiori maschili sono riuniti in infiorescenze sferiche larghe
circa 3 cm, poste su un peduncolo di 4-5 cm. I fiori
femminili formano infiorescenze globose poste su un
peduncolo più breve. Il frutto è una grossa infruttescenza
tondeggiante non commestibile formata dall’ aggregazione
di tante piccole drupe, simile a una arancia, larga 8-10 cm,
di colore verde-giallastro, dalla superficie irregolare e
rugosa. La maclura è originaria dell’America
settentrionale. Viene chiamata anche ‘spino degli Osagi’
che erano una tribù indiana stanziata nelle pianure del
medio Missouri; è stata introdotta in Europa nell’Ottocento
per tentare di sostituire il gelso nell’alimentazione del baco
da seta, a causa dei gravi attacchi di cocciniglia bianca, ma
questo tentativo ebbe scarso successo poiché le foglie non
avevano le stesse caratteristiche nutrizionali del gelso. Ne è
documentata la presenza in Italia dal 1822. Oggi viene
impiegata come pianta da ornamento e per realizzare siepi
difensive; il suo legno, durissimo e dalla gradevole
colorazione ocra è impiegato per creazioni artigianali.
70
Margine della foglia dentato o dentellato. Fiori
bianchi, con petali. Frutto più stretto di 3 cm
71
71
Foglie non sempreverdi, sottili. Fiori solitari. Frutto blu
Prunus spinosa L. subsp. spinosa
Prugnolo. - Il nome specifico allude alla presenza di corti
rami dall’apice indurito e spinoso. E’ un arbusto alto fino a
4 m, con fusto spesso contorto, di colore bruno-grigiastro o
quasi nero, con rami pungenti. Le foglie sono caduche,
alterne, semplici, con lamina lunga 3-4 cm, di forma
obovata-ellittica, apice acuto e margine seghettato; sono di
colore verde scuro di sopra, più chiare e leggermente
tomentose lungo i nervi di sotto. I fiori sono bianchi, larghi
1-1,5 cm, posti singolarmente lungo i rametti. Il prugnolo
ha una vistosa quanto fugace fioritura primaverile che
precede la comparsa delle foglie e colora di bianco per
breve tempo le siepi di campagna. Il frutto è una drupa
tondeggiante larga 1-1,5 cm, di colore bluastro, poi
nerastro, pruinosa e persistente sui rami fino all’inverno. I
frutti sono appetiti dagli uccelli ed erano consumati anche
dall’uomo preistorico, ma solo a completa maturazione
perchè ricchi di tannini astringenti. Il prugnolo ha un vasto
areale che va dall’Europa centrale e meridionale al
Caucaso, al Medio Oriente, alla Tunisia. E’ un arbusto
pioniero, amante della luce, che colonizza prati e pascoli
abbandonati e si associa nelle siepi con sanguinella,
biancospino ed evonimo.
71
Foglie sempreverdi, coriacee. Fiori riuniti in corimbi. Frutto rosso o arancione
Pyracantha coccinea M. Roem.