La salvia comune è una specie a distribuzione mediterranea con gravitazione orientale, coltivata quasi ovunque in Italia ma presente allo stato spontaneo solo lungo la costiera triestina e lungo le coste della Penisola (manca in Liguria). Nella nostra regione è spontanea solo nella costiera triestina ove forma una gariga impoverita rispetto a quelle delle coste dalmate. Nella città di Pordenone la specie è molto rara nell’ area archeologica di Torre. Cresce in luoghi assolati e aridi, in vegetazioni pioniere aperte su litosuoli calcarei, in fessure delle rocce, dal livello del mare a 300 m circa, ed è generalmente coltivata negli orti in tutta Italia. È ampiamente usata come spezia e per le sue proprietà curative. Il nome generico deriva dal latino 'salvus', e allude alle proprietà medicinali, così come il nome specifico, che deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia). Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.

Nome italiano: Erba sacra (Toscana), Erba savia (Lombardia, Valtellina, Cant. Ticino), Livissaco (antichi), Marlipò (Piemonte, Venaria), Salbie (Friuli, Carnia), Salevia (Abruzzi), Salvia (Toscana), Salvia bianca (Sardegna), Salvia comune (Toscana), Salvia da osei (Veneto, Verona), Salvia di uccelli (Toscana), Salvia domestica (Italia), Salvia domestica (Toscana), Salvia maggiore (Toscana), Salvia nostrale (Toscana), Salvia officinale (Italia), Salvie (Friuli), Salvio montano (Puglia, Lecce), Sarvia (Campania), Sarvia (Sicilia), Sarvia (Liguria, Genova), Sauvia (Liguria, Nizza), Savia (Liguria, Sella, Altare), Savia (Piemonte, Carpeneto), Selvia (Emilia-Romagna, Reggio), Sevia (Emilia-Romagna, Romagna), Tè di Grecia (Toscana).