Il viburno palla di neve è un albero spontaneo in Europa, Asia e Africa nord-occidentale, presente in tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Puglia, Calabria e forse Valle d'Aosta, ma più diffuso nelle regioni settentrionali. La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio salvo che sul Carso triestino; nei dintorni di Trieste appaiono a volte allo stato selvatico delle piante sfuggite alla coltivazione. Nella città di Pordenone la specie è frequente lungo il corso del Noncello e sulle sponde del lago della Burida, assente a nord-ovest. Cresce in boschi umidi alveali di latifoglie decidue, nelle pioppete e nelle siepi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. È una pianta rustica e facile da coltivare, utilizzata per la formazione di siepi in interventi di rinaturalizzazione e per scopi ornamentali; in questo caso è ampiamente coltivata la cultivar 'roseum', con infiorescenze globose costituite interamente da fiori sterili. Tutte le parti della pianta, compresi i frutti, sono tossiche. Il nome del genere è molto antico e di etimologia incerta: potrebbe derivare dal latino 'viere' (legare, intrecciare), con allusione alla flessibilità dei rami di alcune specie, utilizzati un tempo per costruire ceste, oppure da 'vovorna' (dei luoghi selvatici); il nome specifico era utilizzato dai Romani per indicare un acero, probabilmente l'acero campestre, localmente chiamato tuttora 'opi', e si riferisce alla somiglianza delle foglie lobate con quelle dell'acero. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.

Nome italiano: Antà matt (Lombardia, Brescia), Balle d' fiioca (Piemonte), Balle de nev (Lombardia, Como), Ballette de neve (Veneto, Treviso), Balons de nev (Friuli), Balun ed neiva (Emilia-Romagna, Reggio), Biancù (Lombardia, Brescia), Borboneize (Liguria, Genova), Fusan (Liguria, Masone), Lantà masc (Lombardia, Brescia), Lasagne (Liguria, Ronco), Limetta (Campania, Terra di Lavoro), Liriodendro (Veneto, Verona), Maggi (Toscana), Maggio (Toscana), Opi (Piemonte), Oppi (Lombardia, Como), Oppio (Abruzzi, Larino), Oppio (Italia), Oppio Alessandria) (Piemonte), Pagogna (Veneto, Treviso), Pagogna mata (Veneto, Belluno), Paisà (Lombardia, Brescia), Palla di neve (Campania, Terra di Lavoro), Palle di neve (Italia), Pallone (Toscana), Pallone di maggio (Toscana), Pallone di Maggiu (Abruzzi), Pallone di neve (Toscana), Passamola (Piemonte, Novara), Paugnatt (Friuli), Puina salvadega (Veneto, Verona), Puine (Veneto, Treviso), Puine (Veneto, Verona), Rosa di Gueldra (Lombardia, Brescia), Rosei (Piemonte), Sambù d'acqua (Piemonte, Cuneo), Sambucaro d'acqua (Calabria), Sambuch (Piemonte, Novara), Sambuch bastard (Lombardia, Como), Sambuch salvadegh (Lombardia, Bergamo), Sambuch sorz (Veneto, Belluno), Sambuchello (Marche, Ascoli), Sambuco (Abruzzi, Campobasso), Sambuco acquatico (Italia), Sambuco aquatico (Toscana), Sambuco bastardo (Emilia-Romagna), Sambuco roseo (Toscana), Sambuco rosso falso (Italia), Sambugaro (Veneto, Vicenza), Sambughina (Lombardia, Brescia), Sambugo american (Veneto, Verona), Sambugo rosso (Veneto, Verona), Savucu a rosa (Sicilia, Messina), Sponsa di gesuminu (Sicilia, Catania), Sponsa jersomini (Sicilia, Messina), Temelin (Lombardia, Como), Uoppio (Abruzzi, Larino), Uoppolo (Campania, Terra di Lavoro), Viburn (Piemonte, Novara), Viburno oppio (Italia), Zambuco aquatico (Toscana).