L'adonide annua comune è una pianta di antica introduzione con le colture (archeofita), presente in quasi tutte le regioni d’Italia, ma ormai rara e incostante, al di sotto della fascia montana. Nella nostra regione è rarissima e sporadica, con due siti confermati in Carso: Puglie di Domio e Doberdò. Rarissima e sporadica a Trieste, la sua presenza è attestata per lo più da dati bibliografici o reperti d’erbario risalenti al periodo compreso fra la fine del 1800 e l’inizio del ‘900, ed è nota in città per due stazioni: S. Anna e Riva Verrazzano. È inclusa nella lista rossa delle specie minacciate, in grave pericolo di scomparsa a livello locale. Specie annuale a ciclo breve, ha seguito la coltura dei cereali sin dalle origini: un tempo caratterizzava il nostro paesaggio agrario con le vistose fioriture rosse, oggi è quasi completamente scomparsa a causa delle moderne tecniche agrarie. Contiene principi attivi come l'adonite e l'adonidina che la rendono fortemente velenosa. Il nome generico si riferisce ad Adone, giovane bellissimo della mitologia greca che fece invaghire sia Afrodite che Persefone, dea degli inferi; quest'ultima, gelosa, lo fece uccidere da un cinghiale ed Afrodite trasformò il sangue nei petali rossi degli Adonis; il nome specifico si riferisce al ciclo vitale annuale. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.

Nome italiano: Adonide annua comune (Italia), Adonide annua di Cupani (Italia), Adonis annuo comune (Italia), Adonis di Cupani (Italia), Fior d'Adone (Toscana), Paparinedda (Sicilia), Paparinicchia di ventu (Sicilia, Avola), Paparinicchia russa (Sicilia, Avola), Ranuncolo de'grani (Toscana), Russulidda (Sicilia, Avola), Testa di turcu (Sicilia, Avola).