La dorella coltivata è una pianta annua a distribuzione originariamente mediterranea divenuta subcosmopolita, presente in molte regioni d'Italia, forse introdotta in tempi molto antichi a scopo alimentare. La distribuzione regionale, molto sparsa e rada, comprende poche stazioni nel Carso, nella pianura friulana e nei fondivalle del settore alpino (queste ultime non confermate in tempi recenti). Allo stato selvatico cresce in terreni incolti, nei vigneti e in ambienti ruderali come ai margini delle strade, al di sotto della fascia montana inferiore. Sin da tempi antichissimi dai semi veniva estratto un olio utilizzato sia per l’alimentazione che come combustibile; la pianta, che ancor oggi viene coltivata in alcune parti d’Europa, era apprezzata anche come foraggio per il bestiame. Oggi è oggetto di intensi studi volti a riprenderne la coltivazione su vasta scala, ad esempio per la produzione di biodiesel. Il nome generico deriva dal greco 'chamae’ (vicino alla terra, basso, prostrato) e ‘ linon’ (lino); quello specifico da 'sàta' (seminato) per il fatto che veniva coltivata. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno. |
Nome italiano: Camarina (Toscana), Camelina (Liguria), Camelina coltivata (Italia), Camelina pelosa (Italia), Camellina (Toscana), Dorella (Toscana), Dorella coltivata (Italia), Dradetta (Toscana), Droda (Toscana), Drodella (Toscana), Gialdeina (Emilia-Romagna, Piacenza), Gialdina (Lombardia, Pavia), Miagro (Toscana), Miagro falso (Toscana), Ravisson (Piemonte), S' mensette (Piemonte), Semenzina (Lombardia, Como), Sminteina (Emilia-Romagna, Bologna), Somensina (Lombardia, Brescia), Somensinna (Piemonte, Novara).
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