L'equiseto invernale è una specie a vasta distribuzione circumboreale presente in quasi tutte le regioni dell'Italia centro-settentrionale. La distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio, dalla costa alle Alpi, ma la specie sembra mancare nel Carso triestino. È una pianta sciafila e microterma, che cresce in boschi umidi, paludi, sponde di corsi d'acqua, praterie alluvionali, sabbie lacustri, con un'ampia valenza altitudinale, dal livello del mare alla fascia alpina. Con E. ramosissimum forma l'ibrido E. x moorei Newman, frequente soprattutto a quote basse e spesso confuso con E. hyemale ; con E. variegatum forma l'ibrido E. x trachyodon A. Br. I fusti, che sono fortemente silicizzati, venivano un tempo utilizzati come abrasivo per pulire il legno e il rame. In Olanda, per il consolidamento delle dighe, si piantarono grandi quantità di equiseto invernale per trattenere il terreno con il fitto intreccio di rizomi e radici; da ciò derivano il nome inglese 'Dutch Rush', e quello francese 'Jonc hollandais'. Il nome generico deriva dal latino 'equus' (cavallo) e 'seta' (pelo) e significa 'coda di cavallo'; il nome specifico, dal latino 'hiems' (inverno), si riferisce ai fusti persistenti anche nei mesi freddi. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di sporificazione: gennaio-aprile (maggio).

Nome italiano: Asprella (Toscana), Coda cavallina (Toscana), Cucitolo (Toscana), Cudi di Cavaja (Calabria), Cunocchiola (Calabria), Equiseto invernale (Italia), Palperella (Toscana), Paltrufalo (Toscana), Paltrufoli (Toscana), Pincheri dei legnajoli (Toscana, Val di Chiana), Rasparela (Piemonte), Setolini fini (Toscana, Empoli), Sprela (Lombardia, Como), Sprella (Emilia-Romagna, Piacenza).