La carota selvatica, originaria dalla parte meridionale dell'Eurasia ma oggi diffusa nelle zone temperate di tutto il mondo, è presente, con diverse sottospecie, in tutte le regioni d’Italia. La subsp. maritimus è nota per le coste di quasi tutte le regioni italiane. La distribuzione regionale è limitata a una singola stazione nei pressi della foce del Tagliamento: si tratta di una segnalazione storica non confermata in tempi recenti. Cresce in vegetazioni disturbate presso il mare, su suoli pietrosi o sabbiosi, aridi d’estate. La radice era conosciuta sin dall'antichità e Plinio la cita per le proprietà cicatrizzanti, diuretiche e digestive; le carote 'antiche' erano però sottili e nodose, con gusto acre e polpa biancastra 'dura come pietra', in quanto la selezione delle carote coltivate oggi iniziò nel XVI secolo. Il nome generico deriva dal greco dal greco 'daio' (bruciare, riscaldare) forse per le presunte proprietà riscaldanti della pianta; il nome specifico era già in uso presso gli antichi Greci. Forma biologica: emicriptofita bienne (terofita scaposa). Periodo di fioritura: aprile-ottobre. |