13
25
Foglie di color verde-grigio
Olea europaea L.
L'olivo è l'albero mediterraneo per eccellenza; originario delle regioni
mediterranee e dell'Asia minore, è stato utilizzato e diffuso fin
dall'antichità per l'estrazione dell'olio e per l'impiego diretto dei frutti
nell'alimentazione. In Italia è spontaneo o coltivato in tutta l'area
mediterranea, dal livello del mare ai 900 m circa. Nella nostra regione
è introdotto e coltivato sin da tempi molto antichi, ed è oggi presente
allo stato subspontaneo in rare e sparse stazioni sino ai versanti
meridionali delle Prealpi; in Carso è più diffuso, ma solo nella parte
più calda; resti di antichi oliveti in terrazzamenti abbandonati si
trovano nel Carso goriziano, lungo la costiera triestina, sui colli
muggesani, e si rinviene spesso anche in arbusteti e boscaglie che
hanno invaso gli antichi coltivi; negli ultimi anni si assiste ad un
incremento della coltivazione in Carso. L'olivo coltivato ha
portamento arboreo, ed è derivato dall'oleastro, la forma spontanea,
che si distingue per i rami giovani duri e spinescenti, i frutti più
piccoli, le foglie più piccole e ovali ed il portamento arbustivo. Il
legno dell'olivo è molto pregiato, durissimo, a grana forte, di colore
giallo-bruno, si presta per lavori al tornio e d'incisione. L'olivo è anche
una bellissima pianta ornamentale il cui utilizzo come tale si è diffuso
negli ultimi anni in gran parte della Pianura Padana, favorito dalla
concomitanza di inverni abbastanza miti. Il nome generico è quello
utilizzato dai Romani, e deriva dal greco 'elaia'; il nome specifico fa
riferimento all'areale tipicamente mediterraneo. Forma biologica:
fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
giugno.
25
Foglie non di color verde-grigio
26
26
Margine della foglia dentellato
Euonymus europaeus L.
La fusaggine è una specie eurasiatica presente in tutte le regioni
d'Italia. La distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio.
Entra nello strato arbustivo dei boschi termofili rarefacendosi a partire
dalle faggete; l'optimum è nei mantelli e nelle siepi, su suoli argillosi
piuttosto freschi, ricchi in basi e composti azotati, al di sotto della
fascia montana superiore. I semi sono tossici (evonina) ed erano usati
come drastico purgante. Nel medioevo dal legno si ottenevano fusi per
filare la lana, da cui il nome italiano; i frutti e la corteccia erano
utilizzati per le proprietà emetiche, purganti ed insetticide: la polvere
dei frutti seccati e macinati veniva usata per combattere i pidocchi ed
il decotto di frutti e corteccia veniva usato contro la rogna. Il nome
generico deriva dal greco 'eu' (buono) e 'onoma' (nome), cioè 'pianta
con buona fama', in senso ironico a causa della velenosità dei frutti.
Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-
giugno.
26
Margine della foglia intero
27
27
Piante non sempreverdi con foglie erbacee
28
27
Piante sempreverdi con foglie coriacee
29
28
Fiori e frutti disposti in infiorescenze a forma di ombrello. Fiori bianchi. Frutto nero
Cornus sanguinea L. subsp. hungarica (Kárpáti) Soó
Questa sottospecie sudeuropeo-pontica è presente in Italia
continentale, con ampie lacune. Sostituisce la subsp.
sanguinea
in
tutta la nostra regione, ove è diffusa e comune; in Carso è comune
ovunque, ma è più abbondante sui substrati arenacei. Cresce nei
boschi termofili a carpino nero e roverella, nei loro mantelli e nelle
siepi, dal livello del mare sino alla fascia montana inferiore. In passato
i semi macinati fornivano un olio combustibile per le lampade, mentre
dalla corteccia si estraeva una tintura brunastra per tingere tessuti di
lana, lino, cotone e seta. Il nome generico deriva dalla radice