18
Etimologia:
il nome generico deriva dal latino ‘acer’, ‘aguzzo’, in
quanto il legno di alcune specie europee, molto compatto ed elastico era
usato per la fabbricazione di lance. Il nome specifico ha etimologia
incerta: alcuni autori suggeriscono una derivazione da ‘negus’ inteso
come ‘indiano’.
Parchi:
Bologna.
35
Foglie con più di 5 foglioline
Fraxinus excelsior L. subsp. excelsior
Origine:
il frassino maggiore è un albero europeo-caucasico presente
allo stato spontaneo in tutta Italia salvo che in Basilicata e Calabria (in
Sardegna solo come specie avventizia) dal livello del mare alla fascia
montana inferiore, con optimum nella fascia submediterranea. Cresce in
boschi ripari di latifoglie decidue ed in forre umide, su suoli freschi e
profondi ricchi in humus.
Usi e curiosità:
è un albero sfruttato per il
legno molto pregiato, di colore bruno chiaro, con riflessi lucidi, di
facile lavorazione. Viene utilizzato nella fabbricazione di attrezzi
sportivi (es. mazze biliardo), mobili ecc. Talvolta viene utilizzato come
pianta ornamentale. Può vivere fino a 250 anni.
Descrizione:
albero
alto fino a 35-40 metri. Ha foglie caduche, opposte, composte da 5-7
foglioline ovato-lanceolate con apice acuminato e margine dentato; la
pagina superiore è verde e glabra mentre quella inferiore è chiara. I
fiori, poco appariscenti, possono essere ermafroditi o unisessuali e sono
raccolti in brevi racemi. I frutti, chiamati samare, sono ellittico
lanceolati, lunghi 2-4 cm di colore bruno, circondati da un’ala.
Etimologia:
il nome generico era già utilizzato da Plinio il Vecchio. Il
nome specifico significa ‘maestoso’, in riferimento al grande sviluppo
della chioma.
Parchi:
Arcobaleno, Basilisco.
36
Foglie lobate
37
36
Foglie non lobate
41
37
Petali bianchi, fusi tra loro. Frutto carnoso
Viburnum opulus L.
Origine:
il viburno palla di neve è spontaneo in Europa, Asia e Africa
nord-occidentale. In Italia è più diffuso nelle regioni settentrionali, con
optimum in zone umide.
Usi e curiosità:
è una pianta molto rustica
quindi facile da coltivare. Vista la grande richiesta dal punto di vista
ornamentale, sono nati molte cultivar con fiori sterili ma molto più
decorativi. Tutte le parti della pianta, compresi i frutti, sono tossiche.
Può vivere 30-50 anni.
Descrizione:
arbusto deciduo con chioma
ovato-arrotondata, alto fino a 3-4 m, riccamente ramificato; la scorza
del tronco e dei rami più vecchi è grigiastra con toni giallo-bruni ed
evidenti lenticelle. Le foglie sono opposte, lobate, con margine a denti
irregolari e arrotondati, glabre e verdi scure di sopra, finemente
pubescenti e leggermente più chiare di sotto. I fiori, riuniti in corimbi
larghi circa 10 cm, sono bianchi e profumati; i fiori sterili, decisamente
più grandi, sono disposti alla periferia dell’infiorescenza. I frutti sono
delle drupe sferiche, rosse e lucide, persistenti, contenenti un unico
seme, non commestibili e lievemente tossiche per l'uomo.
Etimologia:
il nome generico deriva dal latino ‘viere’ che significa ‘intrecciare’,
alludendo alla flessibilità dei rami, utilizzati un tempo per costruire
ceste. Il nome specifico era utilizzato dai latini per indicare un acero,
probabilmente l’acero campestre, localmente chiamato tuttora ‘opi’, ed
allude alla somiglianza delle foglie lobate con quelle dell’acero.
Parchi:
Basilisco.
37
Petali assenti o non bianchi. Frutto secco, alato
38
38
Ali del frutto formanti un angolo ottuso fra loro
39
38
Ali del frutto formanti un angolo acuto tra loro
40
39
Foglie in media più brevi di 10 cm (misura almeno 10 foglie)