Page 37 - Belluno

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Origine:
si tratta di un ibrido spontaneo tra Tilia platyphyllos e Tilia
cordata. È diffuso in Europa centrale e settentrionale (dove convive
insieme alle specie genitrici) ed è ampiamente utilizzato a scopo
ornamentale.
Usi e curiosità:
pianta elegante, con fiori molto
profumati, che sopporta bene la potatura e l’inquinamento, è per questo
tra le piante più utilizzate in parchi, giardini e viali. Vive più di 600
anni.
Descrizione:
albero che può raggiungere i 40 m d’altezza. Ha
foglie caduche, alterne, cuoriformi, appuntite con margine seghettato e
base asimmetrica, lunghe circa 10 cm e larghe più di 8 cm; la pagina
superiore è verde opaca, mentre quella inferiore è più chiara, glabra o
con pochi peli bianco-rossicci all’ascella dei nervi principali. I fiori,
molto profumati, sono raggruppati in infiorescenze pendule di 4-10
fiori bianco-giallastri. I frutti sono delle noci ovoidali (più grandi di
quelle di Tilia cordata) inseriti alla base di una grande brattea che ne
favorisce la dispersione ad opera del vento.
Etimologia:
il nome
generico, già in uso presso i Romani, deriva dal greco ‘ptilon’ (‘ala’), in
riferimento alla brattea del peduncolo fruttifero che funge da ala
durante la disseminazione facilitata dal vento.
Parchi:
Bologna.
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Foglie almeno 5 volte più lunghe che larghe, verdi sopra, bianco pelose sotto
Salix alba L.
Origine:
il salice bianco è un albero eurasiatico-sudeuropeo presente in
tutta Italia dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Cresce
presso i laghetti e nelle zone umide (Salicetum albae), su suoli da
argillosi a fangosi periodicamente inondati, ricchi in basi e composti
azotati
Usi e curiosità:
a livello di ecosistema, svolge una funzione di
consolidamento del terreno, limitando i danni in caso di frane. Il legno
non marcisce presto in terreni saturi di acqua. I rami giovani,
soprattutto di piante capitozzate, sono utilizzati come vimini per la
costruzione di ceste, sedie, ecc. La corteccia contiene acido salicilico,
componente essenziale dell'aspirina. Con le foglie si tingeva la lana di
giallo. Può vivere fino a 200 anni.
Descrizione:
albero o arbusto di 3-
30 m, con rami giovani sottili e flessibili, bruno-rossastri (giallastri
nella var. vitellina), rami vecchi grigi o bruno-olivastri a corteccia
fessurata. Foglie alterne, decidue, lanceolato-lineari, lunghe 5-10 cm,
attenuate alle estremità, dentato-ghiandolose al margine, grigio-
argentine e pubescenti di sotto, da giovani anche di sopra; stipole
lineari-setacee, caduche. Amenti cilindrici, lunghi fino a 6 cm, i
maschili densiflori, i femminili più lassi. Squame caduche dopo
l’antesi. Capsula conica, glabra, subsessile.
Etimologia:
il nome
generico, di antico uso, è di etimologia incerta: forse deriva dal celtico
'sal lis' (presso l'acqua); il nome specifico allude al fogliame di colore
chiaro.
Parchi:
Basilisco.
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Foglie diverse, se 5 volte più lunghe che larghe sono
verdi su entrambe le facce
80
80
Margine delle foglie dentato
81
80
Margine delle foglie intero
94
81
Foglie sempreverdi, coriacee
Prunus laurocerasus L.
Origine:
originario di un’area che si estende dall’Europa sudorientale
al Caucaso, il lauroceraso è stato diffuso a scopo ornamentale nel resto
dell’Europa nel XVI secolo.
Usi e curiosità:
è molto utilizzato, in
diversi cultivar, per la costruzione di siepi divisorie a foglie persistenti
e a rapido accrescimento. È una specie rustica, molto adattabile che in
Italia tollera bene il freddo, i diversi tipi di terreno e le potature. Tutta
la pianta (eccetto la polpa dei frutti) ed in particolare le giovani foglie
contengono sostanze tossiche.
Descrizione:
pianta a portamento
arbustivo che può raggiungere i 7-8 m, dalla chioma molto densa. Il