Pagina 14 - Fiumicello_book

Versione HTML di base

14
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
25
Foglie a base simmetrica
26
26
Foglie a base cuoriforme
Corylus avellana L.
Il nocciolo è una specie europea con tendenza subatlantico-
submediterranea presente in tutta Italia dalla fascia submediterranea
a quella montana. Cresce nelle radure e nei mantelli di boschi di
latifoglie decidue, su suoli limoso-argillosi profondi, freschi,
umiferi, ricchi in basi e composti azotati. Le qualità alimentari della
nocciola sono note fin dall’antichità: sono un alimento energetico di
grande valore e una preziosa fonte di vitamine e minerali. L'industria
dolciaria utilizza la farina di nocciole per la produzione di
nocciolati, torroni e pasta di gianduia (creata quando Napoleone
bloccò l'importazione delle spezie e si verificò una penuria di
cacao). L'alta capacità pollonifera ha favorito la coltivazione come
pianta ornamentale e da frutto. Il legno, ottimo combustibile, è
utilizzato anche per palerie. Il nome generico deriva dal greco 'koris'
(elmo), e allude all'involucro erbaceo che ricopre la nocciola; il
nome specifico deriva da Avella, un centro campano nella provincia
di Avellino, noto fin dai tempi dei Romani per la produzione di
nocciole. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura:
marzo-aprile.
26
Foglie a base non cuoriforme
27
27
Foglie a margine dentato o dentellato
28
27
Foglie a margine intero
32
28
Foglie sempreverdi, coriacee
29
28
Foglie non sempreverdi, non coriacee
30
29
Foglie adulte pelose di sotto, più brevi di 10 cm
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma
molto più abbondante nell'Italia mediterranea. È la specie dominante
nei residui boschi di sclerofille sempreverdi della macchia
mediterranea, su suolo preferibilmente acido; ai margini dell'areale
cresce anche nei boschi decidui o in habitat rupestri in siti caldo-
aridi, su suoli calcarei primitivi e ricchi in scheletro. Ha limitati
impieghi artigianali, essendo il legno molto duro e resistente alle
alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare; viene comunque
usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura, come parti
di attrezzi agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc. La
corteccia è usata per la concia delle pelli, perché ricca in tannini. Le
ghiande sono impiegate nell'alimentazione dei maiali; un tempo
venivano usate anche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè.
Il nome generico, già in uso presso gli antichi, è di etimologia
incerta, potrebbe derivare da due parole celtiche, 'kaer' e 'quer'
(bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza'; secondo altri deriva dal
greco, indicando il legno ruvido delle piante di questo genere; il
nome specifico, che forse deriva da una radice celtica che significa
'punta', è quello dato dai Romani all'agrifoglio, per la frequente
presenza anche nel leccio di foglie subspinose. Forma biologica:
fanerofita scaposa (fanerofita cespitosa). Periodo di fioritura: aprile-
giugno.