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Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, alla luce dei censimenti effettuati dal Centro
Ricerche Floristiche dell’Appennino, è l’Area Protetta europea con il maggior numero di piante sul
proprio territorio: 2364 tra specie e sottospecie. Questo numero, seppure di poco, è destinato a
crescere, poichè le esplorazioni floristiche in aree del Parco non esplorate ed il costante
avanzamento delle conoscenze sulla classificazione del mondo vegetale, riservano sempre nuove
sorprese.
Delle specie censite, 210 sono piante legnose, arboree o arbustive. Queste piante sono chiamate
‘fanerofite’ ed hanno gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo maggiore di 30 cm. Le
fanerofite sono suddivise in: Nano-fanerofite (NP) - piante legnose con gemme svernanti poste tra i
30 cm e i 2 metri dal suolo (i.e.
Ephedra major
,
Berberis vulgaris
,
Ribes multiflorum
); Fanerofite
arboree (P scap) - piante legnose con portamento arboreo e gemme poste ad altezze dal suolo
superiori ai due metri (i.e.
Abies alba
,
Sorbus aucuparia
,
Quercus pubescens
); Fanerofite
cespugliose (P caesp) - piante legnose con portamento arbustivo la cui altezza non supera in genere
i 5 metri (i.e.
Salix caprea
,
Juniperus deltoides
,
Erica arborea
); Fanerofite lianose (P lian) - piante
legnose con portamento rampicante (i.e.
Clematis vitalba
,
Hedera helix
,
Humulus lupulus
);
Fanerofite epifite (P ep) - piante legnose che si accrescoscono sopra altre piante usate come
supporto. (i.e.
Viscum album
,
Loranthus europaeus
); Fanerofite reptanti (P rept) - piante legnose
con portamento strisciante (i.e.,
Juniperus sabina
).
Le piante legnose sono quelle che più attraggono la nostra attenzione, per la loro mole e anche
perché, più delle altre, concorrono alla fisionomia di una formazione vegetale o addirittura di un
paesaggio. E’ a queste piante che sono legate le economie montane e rurali del Parco, è a queste che
sono legate anche usanze, rituali, tradizioni. Ed è ancora a loro che chi si avvicina per la prima volta
alla conoscenza del mondo vegetale spesso rivolge la propria attenzione, cercando per prima cosa di
identificarle, cioè di attribuire loro il nome corretto.
E’ per questo che l’Ente Parco, nell’intento di avvicinare il maggior numero di utenti possibile alla
conoscenza del territorio e della sua biodiversità, ha pensato di mettere a disposizione dei tanti
appassionati, ma anche degli studenti, degli escursionisti, dei turisti o di chiunque voglia cimentarsi
in questa affascinante disciplina, uno strumento rigorosamente scientifico, ma anche facile ed
intuitivo da usare, che permette di identificare, attraverso l’osservazione di caratteri facilmente
osservabili, tutte le specie legnose che vivono nel Parco.
Utilizzando questa guida, creata in collaborazione con il Progetto
Dryades
dell'Università di
Trieste, chiunque potrà divertirsi raccogliendo una specie sconosciuta e seguire il percorso proposto
dalla chiave rispondendo alle domande.
L’Ente Parco ha anche predisposto 2 percorsi didattici in cui si può ‘giocare al botanico’
identificando schede realizzate con veri campioni d’erbario, uno per ciascuna specie legnosa
presente nel Parco. Presso il Centro Visite del Parco situato ad Accumoli (RI) e presso il Centro
Ricerche Floristiche dell’Appennino a Barisciano si può quindi consultare la chiave interattiva
anche con l’aiuto di moderni stereoscopi che permetteranno l’osservazione dei caratteri
microscopici. Si potrà ‘giocare’ sia con campioni raccolti dal visitatore (purché di specie legnose
del Parco), sia utilizzando le schede didattiche.
Non è da escludere che chi si cimenti nel riconoscimento di reperti raccolti autonomamente, possa
contribuire al miglioramento delle conoscenze della flora del Parco trovando specie finora non
censite o comunque poco conosciute.