7
Nome comune:
ruscolo maggiore, bislingua, erba bonifica.
Morfologia:
piccolo arbusto sempreverde alto fino a 60 cm, di
colore verde scuro, con fusto poco ramificato; rami trasformati
in strutture simili a foglie (cladodi o cladofilli), lunghi 5-12 cm,
ellittici e non pungenti. Foglie ridotte a piccole squame inserite
alla base dei cladofilli. Specie dioica, con fiori maschili e
femminili su individui diversi, collocati al centro dei cladofilli.
Il frutto è una bacca rossa, sferica larga 10-15 mm.
Areale:
Europa centro e sudorientale, Asia Minore.
Habitat:
boschi di
latifoglie della fascia montana (faggete e cerrete) fino a 1600
m.
Presenza nel Parco:
poco comune.
7
Foglie aghiformi o squamiformi
8
7
Foglie non aghiformi né squamiformi
26
8
Foglie squamiformi, più brevi di 8 mm, strettamente
appressate ai rami
9
8
Foglie aghiformi, più lunghe di 8 mm, non appressate
ai rami
10
9
Foglie senza odore sgradevole se sfregate tra le dita. Pianta con fiori ermafroditi
muniti di petali
Myricaria germanica (L.) Desv.
Sinonimi:
Tamarix germanica
L.
Nome comune:
tamerice
alpina, tamerice di torrente.
Morfologia:
arbusto di 1-3 m,
glabro, con fusto cilindrico eretto, arrossato. Foglie
squamiformi, lanceolate, glauche, fittamente embriciate. Fiori
bianco-rosei riuniti in racemi strettamente cilindrici lunghi fino
a 12 cm. Frutto a capsula di forma piramidale.
Areale:
Eurasiatica.
Habitat:
greti ciottolosi di torrenti.
Presenza nel
Parco:
rarissima.
9
Foglie di odore sgradevole se sfregate tra le dita. Pianta con fiori unisessuali senza
petali
Juniperus sabina L.
Nome comune:
ginepro sabino, sabina.
Morfologia:
arbusto
alto fino a 1,5 m, a portamento prostrato, con forte odore
sgradevole; corteccia rossastra tendente a desquamarsi in
strisce longitudinali negli individui adulti. Foglie a forma di
piccole squame, strettamente appressate. Specie dioica con fiori
maschili in gruppi ascellari o terminali; coni femminili (galbuli)
di colore verde-bluastro e carnosi a maturità, ricoperti di pruina
cerosa biancastra.
Areale:
Eurasiatico.
Habitat:
ambienti
rupestri, tra 700 e 1800 m.
Presenza nel Parco:
raro.
Note:
in
passato, la sabina veniva sistematicamente distrutta dai pastori
poiché tossica per il bestiame al pascolo. La pianta veniva
anche attivamente ricercata e commercializzata, quasi in
clandestinità, poiché le foglie trovavano uso per indurre
l’aborto nelle donne, oppure per favorire l’espulsione della
placenta negli animali che avevano da poco partorito.
Emblematica è la testimonianza del botanico teramano
D’Amato il quale, nella seconda metà dell’Ottocento, fu
testimone della raccolta dei rami di sabina, sulle rupi di Pizzo
Intermesoli, da parte di ragazzini che si erano calati con una
corda lungo le strapiombanti pareti per tagliare la pianta, con