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Lobi raggianti, disposti in rosetta. Con soli soredi o soli
isidi
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Tallo con sorali allungati situati in fessure della faccia superiore
Parmelia sulcata Taylor
Senza dubbio questa è la più comune specie di
Parmelia
in Italia. Cresce
su substrati da acidi a subacidi, non o poco eutrofizzati, dal livello del
mare alla fascia subalpina, ed è abbastanza resistente all'inquinamento per
cui appare anche alla periferia di grandi conurbazioni. Recentemente il
gruppo è stato studiato in Spagna e si è rivelato eterogeneo dal punto di
vista molecolare e morfologico (ma con caratteri distintivi piuttosto
deboli). È probabile che in Italia esista anche
Parmelia barrenoae
Divakar, M. C. Molina & A. Crespo. In Veneto è molto comune
soprattutto in boschi montano-subalpini, in ambienti rurali montano-
collinari come nel caso del Montello e dei Colli Euganei. Entra talvolta
anche all'interno dei centri abitati nelle aree di pianura.
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Tallo con isidi
Parmelia saxatilis (L.) Ach.
Specie diffusa in tutta Italia, con ampia valenza ecologica. Cresce su
substrati acidi e non eutrofizzati, sia su scorza che su roccia silicea, dal
livello del mare (ove è rarissima) alla fascia subalpina delle Alpi. Rispetto
a
P. sulcata
ha ecologia più ristretta ed è più sensibile all'inquinamento,
per cui manca quasi completamente in aree urbanizzate. La specie è
fortemente eterogenea sia dal punto di vista molecolare che da quello
morfologico. In Italia potrebbero essere presenti anche due specie molto
simili, descritte di recente:
P. ernstiae
Feuerer & A. Thell e
P. serrana
A.
Crespo, M.C. Molina & D. Hawksw. In Veneto è comune in diversi tipi di
bosco delle aree montagnose, dalle faggete alle peccete ai larici-cembreti,
mentre è assente o rarissima nelle aree planiziali, anche a causa della
diffusa eutrofizzazione dovuta alle pratiche agricole intensive.
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Faccia superiore del tallo K-
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Faccia superiore K+ giallo (poi a volte rosso)
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Lobi più stretti di 3 mm
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Lobi più larghi di 3 mm
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Faccia superiore di color verde giallastro
Parmeliopsis ambigua (Wulfen) Nyl.
Specie circumboreal-montana, comunissima lungo l'arco alpino e sempre
più rara verso sud lungo gli Appennini. È uno dei licheni più tipici della
fascia subalpina, ove cresce alla base degli alberi (soprattutto conifere) o
su vecchi ceppi (anche su legno) assieme a
P. hyperopta
e
Vulpicida
pinastri
, formando il Parmeliopsidetum ambiguae, un'associazione
adattata ad una prolungata copertura da parte del manto nevoso.
Occasionalmente, su substrati particolarmente acidi e soprattutto su
vecchi castagni, scende sino alla fascia temperata, ma sempre in aree
montuose. Il tallo verde-giallastro con lobi molto stretti ed i sorali
circolari la rendono facilmente riconoscibile. In Veneto è molto comune
nei boschi subalpini del bellunese, su larice, abete rosso, pino cembro e a
volte anche sulle staccionate delle malghe alpine.
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Faccia superiore di altro colore
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Lobi ascendenti, non appressati al substrato e non raggianti, fragili
Phaeophyscia nigricans (Flörke) Moberg
Specie temperata che colonizza substrati molto vari. L'aspetto è molto
caratteristico ma l'identificazione può essere problematica: non somiglia
affatto ad una
Phaeophyscia
avendo lobi sottili, fragili e ascendenti
formanti una specie di cespuglietto bruno irregolare. In letteratura è stata
spesso confusa con esemplari di colore scuro di altre specie di
Phaeophyscia
, che hanno però tutte lobi strettamente appressati al