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Specie eurosiberiana, presente in tutte le regioni dell'Italia centro-
settentrionale sino alla Campania. La distribuzione regionale copre
l'intero territorio. Cresce in prati ed incolti dal livello del mare alla fascia
subalpina. Le radici contengono inulina, un polisaccaride che sostituisce
l'amido; le foglie giovani si possono usare per insaporire insalate; le radici
e i getti giovani si possono consumare in minestra, in frittata, oppure lessi.
Il nome generico deriva dal greco 'trágos' (caprone) e 'pogón' (barba),
alludendo ai frutti con un lungo becco sormontato da un pappo di peli.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-
agosto.
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Squame involucrali disposte in più serie. Frutti non
sormontati da un becco
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536
Squame involucrali inferiori ottuse, orlate di bianco e lanose al margine
Scorzonera austriaca Willd.
Specie submediterraneo-pontica, presente in Italia centro-settentrionale,
Abruzzo, Calabria e forse Basilicata. Nella nostra regione ha distribuzione
alpico-carsica ma con vaste lacune nelle Alpi; in Carso si concentra nella
parte sudorientale rarefacendosi nell'Isontino. Cresce in lande e gramineti,
su calcare o su substrati arenacei ricchi in basi, su suoli primitivi ricchi in
scheletro e poveri in humus, aridi d'estate. Foglie e radici sono
commestibili previa cottura. Il nome generico è di etimologia incerta:
potrebbe derivare dalla parola catalana 'scurzon' o spagnola 'escorzon'
(vipera, serpe) per la presunta efficacia contro il morso dei serpenti,
oppure dal termine tedesco 'Schwarzwurzel' (radice nera). Forma
biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Squame involucrali inferiori acute, senza orlo bianco almeno all'apice, glabre
Scorzonera villosa Scop. subsp. villosa
Specie illirica, segnalata per l'Italia solo in Friuli Venezia Giulia e Molise.
Nella nostra regione è diffusa dal Carso ed alta pianura alle Prealpi
orientali; in Carso è localmente comune. Cresce in gramineti e lande, su
suoli argillosi aridi, permeabili e ricchi in scheletro ma umiferi, da neutro-
basici a subacidi. Foglie e radici sono commestibili previa cottura. Il
nome generico è di etimologia incerta: potrebbe derivare dalla parola
catalana 'scurzon' o spagnola 'escorzon' (vipera, serpe) per la presunta
efficacia contro il morso dei serpenti, oppure dal termine tedesco
'Schwarzwurzel' (radice nera). Forma biologica: geofita rizomatosa
(emicriptofita scaposa). Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Fusti fioriferi fogliosi
Picris hieracioides L. subsp. spinulosa (Bertol. ex Guss.) Arcang.
Entità mediterraneo-sudest-europea, presente in Italia con ampie lacune.
Nella nostra regione è limitata al Carso con poche segnalazioni storiche
non confermate per il Friuli; in Carso è comune ovunque. Cresce in
vegetazioni ruderali lacunose, ai margini di strade, su macerie,
marciapiedi, basi di muri, lungo le vie, su suoli poco profondi e ricchi in
scheletro, neutro-basici, aridi d'estate. Il nome generico, dal greco 'pikros'
(amaro) allude al sapore molto amaro della pianta, che un tempo veniva
consumata da cotta; il nome specifico allude alla somiglianza con alcune
specie del genere
Hieracium
. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: giugno-ottobre.
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Fusti fioriferi senza foglie (o con al massimo con delle
brevi squame)
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Fusti solitamente con più di 1 capolino. Ricettacolo peloso
(togliere tutti i fiori ed osservare il ricettacolo con una
lente)
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Fusti con un solo capolino. Ricettacolo glabro
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Foglie basali larghe sino a 2 cm, verdi
Hypochaeris radicata L.