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Sequoiadendron giganteum
(Lindl.) J.Buchh.
La sequoia gigante è un albero originario della parte occidentale
dell'America del Nord con areale naturale limitato ai versanti
occidentali della Sierra Nevada in California. Nell'Orto Botanico di
Torino la specie è di recente coltivazione, attualmente presente con
un solo esemplare. La specie presenta problemi di germinazione
dei semi nell'areale naturale, in quanto la germinazione stessa viene
favorita dagli incendi. Si tratta dell'albero più grande del mondo in
termini di volume: più massiccio della sequoia della California
(
Sequoia sempervirens
) ma meno alto rispetto a questa: può
raggiungere un'altezza di 95 m e un diametro basale di oltre 9 m;
l'albero può vivere più di 2200 anni. Il legno è molto resistente alla
decomposizione, ma è fibroso e fragile, il che lo rende inadatto a
uso edile, per cui un tempo veniva utilizzato solo per fabbricare
staccionate, tegole in legno e fiammiferi, fino a che vennero introdotte rigide misure di protezione. Il nome generico
significa 'albero simile alla sequoia', nome quest'ultimo coniato in onore di Sequoyah (1767-1843), l'inventore del
sillabario degli indiani Cherokee; il nome specifico si riferisce alle grandi dimensioni della pianta. Forma biologica:
fanerofita scaposa.
Styphnolobium japonicum
(L.) Schott
La sofora del Giappone è un albero deciduo originario della Cina e
del Giappone. Fu introdotto in Europa nel XVIII secolo come
pianta ornamentale per il pregevole fogliame, la bellezza della
fioritura e l'eleganza del portamento ed è oggi frequentemente
coltivato in parchi, giardini e alberature stradali nell'Europa
meridionale. Nell'Orto Botanico di Torino la varietà
pendula
è stata
segnalata per la prima volta in coltivazione nel 1849 quando venne
acquistata dal vivaio del Sig. Prudente Bessone. Attualmente è
presente in coltivazione un solo esemplare della varietà
pendula
che potrebbe proprio risalire a metà '800. Presenta infatti superiore
a 40 cm, tale da avere i requisiti per l'inserimento tra gli alberi
monumentali della città di Torino secondo quanto previsto dalla
Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del
2009) recepita dal relativo Regolamento del Comune di Torino. Nell'Orto sono anche coltivati altri tre esemplari che
non appartengono alla varietà
pendula
aventi diametri superiori ai 70 cm, da considerarsi quindi alberi monumentali
della città di Torino. La specie, sotto il vecchio nome di
Sophora japonica
, viene menzionata già negli index seminum
redatti dal personale dell'Orto compresi tra il 1802 e il 1825. Predilige terreni soffici e ben drenati, ricchi di sostanza
organica, e sopporta agevolmente brevi periodi di siccità. È resistente all'inquinamento atmosferico nelle aree urbane. I
fiori contengono un principio attivo chiamato 'rutina', usato nella terapia della fragilità capillare. Nelle aree di origine,
dai baccelli si estraggono pigmenti per colorare di giallo i tessuti. Il nome del genere, recentemente segregato da
Sophora
, deriva dal greco 'styphnos' (denso, compatto) e 'lobos' (guscio, frutto allungato) e significa quindi 'con frutti
rigidi'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-luglio. Syn.:
Sophora japonica
L.
Taxus baccata
L.
Il tasso è un relitto dell'epoca Terziaria, ancor oggi diffuso allo
stato spontaneo in tutte le regioni d'Italia, ma solitamente raro in
natura (è più frequente come pianta ornamentale in parchi e
giardini); solo in poche regioni esistono ancora boschi dominati dal
tasso, per esempio in Sardegna, ove mancando il faggio il tasso si
associava con l'agrifoglio nelle foreste montane più umide.
Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata segnalata per la
prima volta in coltivazione nel 1821. Successivamente se ne trova
menzione negli acquisti del 1843 dal vivaio Burdin di Torino con
la dicitura 'Ordine delle conifere stabilite nell'Orto'e con il nome di
Taxus baccata var. hybernica
nella seminagione del 1844 quando
vennero seminati i semi provenienti dall'Orto botanico di Napoli.
Attualmente sono presenti tre esemplari maschili e uno femminile,
che potrebbero proprio risalire a metà '800. Uno degli esemplari maschili ha infatti diametro superiore a 80 cm mentre
quello femminile supera i 60 cm, misure tali da corrispondere ai requisiti per l'inserimento tra gli alberi monumentali
della città di Torino secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del
2009) recepita dal relativo Regolamento del Comune di Torino. Tutta la pianta, compresi i semi, è molto velenosa
(salvo l'arillo carnoso che circonda il seme) per la presenza dell'alcaloide tassina; da qui il nome volgare 'albero della