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Famiglia
Caesalpiniaceae.
Nome comune
Carrubo.
Area
d'origine
Regione mediterranea.
Etimologia
Il termine
generico deriva dal greco 'kerátion' = piccolo corno, per la
forma ricurva e la consistenza legnosa dei frutti; 'Kerateía'
era il nome greco della pianta, 'keratía' quello del frutto. Il
termine specifico è il nome latino dei frutti.
Descrizione
Albero sempreverde alto fino a 8 m, con chioma espansa.
Le foglie sono composte, paripennate, con 4-5 paia di
foglioline, con margine intero e apice ottuso, glabre. I
fiori, riuniti in racemi presso i nodi dei rami più vecchi,
possono essere maschili, femminili o ermafroditi, portati
su individui poligami oppure dioici. Sono privi di petali,
ricchi di nettare, con un calice verdastro a forma di coppa
costituito da 5-7 lacinie spesso caduche. I maschili hanno
5-7 stami, i femminili e quelli ermafroditi hanno un ovario
monocarpellare. Il frutto è un legume, detto lomento, che a maturità è suddiviso in logge da falsi setti; è lungo
10-15 cm, di colore marrone-scuro e contiene semi durissimi, lucidi, rossicci.
Periodo di fioritura
Luglio,
Agosto e Settembre.
Periodo di fruttificazione
I frutti sono maturi dopo un anno dalla fioritura.
Coltivazione
È una specie spontanea della macchia mediterranea, nelle zone costiere più calde e aride, dove cresce con il
lentisco, il mirto e la palma nana. Pianta resistente al caldo e alla siccità, è poco esigente per la natura del
suolo, ma teme le gelate. Si moltiplica soprattutto per seme.
Uso
Si coltiva sia per i frutti che a scopo
ornamentale. È spesso usata per rimboschimenti in zone costiere con terreni poveri. I frutti (carrube) sono
impiegati sia nell'alimentazione umana che per il bestiame per l'alto contenuto di zuccheri (fino al 60%). I
semi, ridotti in farina, sono usati per l'alto potere addensante nella industria alimentare (budini, creme,
gelatine, marmellate, ecc.), tessile (apprettatura, stampa, impermeabilizzazione) e chimica (colle, colori,
creme, saponi, ecc.); il germe, altamente proteico, è impiegato per farine dietetiche esenti da carboidrati e
adatte all'alimentazione dei diabetici. Oltre a fornire carbone e legna da ardere, produce un legno duro e
pesante utile per lavori di ebanisteria e nella costruzione di attrezzi agricoli.
Curiosità
Nell'antichità i semi di
questa pianta, i carati, pressoché tutti uguali per dimensione e peso, erano usati come unità di misura. Ancora
oggi l'unità di peso dell'oro è espressa in carati. Tale uso sembra derivare dai Fenici che forse introdussero per
primi anche l'attuale termine arabo 'Khazzub' dal quale discende il nome comune della pianta.
108 Foglie fortemente odorose se sfregate tra le dita. Frutto diverso da un legume
Pistacia lentiscus L.
Famiglia
Anacardiaceae.
Nome comune
Lentisco.
Area
d'origine
Regione mediterranea.
Etimologia
Il termine
generico è il nome comune latino del Pistacchi (Pistacia
vera L.), derivato dal corrispondente termine greco
'pistáke' o 'pistákia' probabilmente di origine persiana. Il
termine specifico è il nome comune latino della pianta.
Descrizione
Arbusto anche di grandi dimensioni (1-4 m)
sempreverde con forte odore resinoso. Le foglie sono
sclerofille cioè spesse e coriacee, paripennate con 8-10
segmenti lanceolati (7-9 x 22-30 mm). Il lentisco è pianta
dioica; negli esemplari maschili i fiori pentameri sono
apetali, riuniti in pannocchie cilindriche caratterizzate
dagli stami (5) con le antere intensamente colorate di
rosso; negli esemplari femminili i fiori, anch'essi apetali,
presentano un ovario di tre carpelli di cui uno solo giunge a maturazione. Il frutto è una drupa subsferica (4
mm) prima rossastra e quindi nera.
Periodo di fioritura
Fiorisce nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio.
Coltivazione
Si coltiva su terreno ben drenato in posizione soleggiata o semiombreggiata.
Uso
Il lentisco è
una pianta resinosa. Nell'Isola di Chio (Grecia) si coltiva una cultivar (solo esemplari maschili) che produce,
previa incisione dei fusti, una resina localmente detta 'mastica' usata per la preparazione del mastice dentario.
In altre località del Mediterraneo orientale si impiega come masticatorio per fortificare le gengive e migliorare
l'alito ed anche per preparare una bevanda dissetante. Il legno del lentisco è talvolta utilizzato per fare
stuzzicadenti.
109 Foglie semplicemente pennate
110
109 Foglie 2-4-pennate
111
110
Foglie sempreverdi, fortemente odorose se sfregate tra le dita. Fiori non bianchi. Frutto
diverso da un legume
Pistacia terebinthus L. subsp. terebinthus