La colza, o cavolo navone, è presente in tutte le regioni d'Italia come specie avventizia sfuggita dalle colture. La distribuzione regionale si concentra nella parte meridionale del territorio, con diverse stazioni nei fondivalle delle aree montagnose; in Carso la specie non è rara, ma è sporadica e incostante. Poco frequente a Trieste, si concentra all’interno dell’area urbana presso S. Giusto-Chiarbola-S. Sabba; alcuni esemplari sono stati rinvenuti anche a Borgo S. Sergio. Allo stato subspontaneo cresce in vegetazioni ruderali presso gli abitati, sulle scarpate, lungo strade e condotte superficiali, su suoli argillosi ricchi in basi e composti azotati, dal livello del mare a 1000 m circa. Viene ampiamente coltivata come foraggio per animali, fonte di olio vegetale alimentare e come combustibile nel biodiesel. L'olio di colza è ricavato dai semi e usato in alimentazione dopo la raffinazione viene miscelato ad altri oli poiché ha sapore e odore poco gradevoli a causa della presenza di acido erucico, che è tossico per gli esseri umani, ma viene usato come additivo alimentare in piccole dosi. La varietà ‘Canola’, con basso contenuto di acido erucico, è stata sviluppata in Canada: il suo nome è un acronimo da Canadian oil low acida (Olio canadese a basso contenuto di acido). Il residuo della lavorazione dei semi è usato nell'alimentazione degli animali da allevamento. La colza produce molto nettare da cui le api ricavano un miele chiaro ma pungente, che va estratto immediatamente dopo la fabbricazione perché cristallizza rapidamente nel favo rendendo impossibile l'estrazione. Il nome generico era già usato dai Romani e ha etimologia incerta: secondo alcuni deriva da una radice gallica, secondo altri dal greco 'bibrásko' (io mangio); il nome specifico deriva da 'nápu' il nome greco della colza. Forma biologica: terofita scaposa/ emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-ottobre.

Nome italiano: Brassica navona (Italia), Buniada (Toscana), Calarabi (Friuli, Carnia), Cau (Friuli, Carnia), Cavolo navone (Italia), Cavolo rapone (Toscana), Cavuli rapi (Calabria), Colrabi (Friuli, Carnia), Colsat (Toscana), Colsat (Lombardia, Brescia), Colza (Italia), Colza (Toscana), Colza (Emilia-Romagna, Parma), Colzat (Veneto, Treviso), Conser (Lombardia, Brescia), Cou navon (Liguria, Genova), Micci (Liguria, Genova), Nagone (Toscana), Napo silvestre (Toscana), Napu (Sardegna), Naù (Lombardia, Brescia), Naun (Liguria, Albenga), Navè (Liguria, Mentone), Navoi (Liguria, Ponti di Nava), Navon (Veneto, Treviso), Navone (Toscana), Navone salvatico (Toscana), Navun (Liguria, Chiavari, Savona), Raissu (Lombardia, Brescia), Ramolass (Piemonte), Rapaccini (Toscana), Rapaccio (Toscana), Rapaccione (Toscana), Rapi (Calabria), Rapisti (Calabria), Rapo salvatico (Toscana), Ravacovo (Liguria, Porto Maurizio), Ravazz (Emilia-Romagna, Bologna), Ravazzon (Veneto, Verona), Rave (Friuli, Carnia), Ravettone (Toscana), Ravezz (Emilia-Romagna, Modena), Raviscion (Lombardia, Cant. Ticino), Ravison (Veneto, Istria), Ravisson (Liguria, Genova), Ravizz (Lombardia), Ravizze (Friuli), Ravizzione (Toscana), Ravizzon (Lombardia), Ravizzon (Emilia-Romagna, Piacenza), Ravizzon (Friuli), Ravizzone (Toscana), Ravuss (Emilia-Romagna, Piacenza), Ueli (Friuli), Versagg (Lombardia, Brescia), Verzerave (Friuli, Carnia), Vroccoli di rapi (Calabria), Vruoccole de rape (Campania, Napoli).