L'albero di Giuda, originario del Mediterraneo orientale, è presente, allo stato spontaneo o come pianta avventizia, in quasi tutte le regioni d'Italia. La distribuzione regionale si concentra nella parte litoranea e sud-orientale del territorio; in Carso la specie è abbastanza frequente. Frequente a Trieste, si concentra all’interno dell’area urbana; alcuni esemplari sono segnalati anche nella periferia. Viene spesso coltivato in parchi e giardini con una certa tendenza a inselvatichirsi e grazie alla sua frugalità può essere impiegato come pianta pioniera nei rimboschimenti. Allo stato subspontaneo cresce presso le aree urbane in siepi e boschetti disturbati, su suoli di solito calcarei, ricchi in scheletro e aridi d'estate, dal livello del mare a 800 m circa. La pianta presenta il fenomeno della 'caulifloria', frequente negli alberi tropicali ma rarissimo in quelli della nostra fiora, con fiori e frutti che originano direttamente dal tronco e dai rami. Il nome del genere deriva dal greco antico 'kerkis' (navicella), in riferimento alla forma del frutto; anche il nome specifico, che deriva dal latino 'siliqua', si riferisce alla forma allungata del legume. Il nome comune è 'albero di Giuda'; tale nome è probabilmente una storpiatura di 'albero della Giudea' (regione in cui era molto diffuso); secondo la tradizione popolare, Giuda si sarebbe impiccato su quest'albero. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.

Nome italiano: Agnulella (Campania, Avellino), Albarella (Veneto, Vicenza), Alber del diavol (Basilicata, Potenza), Alber maladoett (Emilia-Romagna, Bologna), Albero d'amole (Umbria, Perugia), Albero d'amore (Toscana), Albero della Madonna (Umbria, Perugia), Albero di Giuda (Italia), Albero di Giuda (Toscana), Albero di Giudea (Toscana), Albro de Giuda (Veneto, Treviso), Arbo d' Giuda (Piemonte), Arbul de Jude (Friuli), Arvulu di Giuda (Sicilia), Arvure de Juda (Calabria, Catanzaro), Belli a vede (Roma), Carober salvatico (Veneto, Vicenza), Carobolar salvadego (Veneto, Verona), Carrubba sarvaggia (Sicilia), Cercis (Italia), Chiasanello (Abruzzi, Aquila), Chiatanella (Abruzzi, Chieti), Ciapparana (Sicilia, Avola), Cicirinopiazzo (Roma), Cicivizzo (Basilicata), Civirizzo (Basilicata, Potenza), Corbelar salvadego (Veneto, Verona), Cucar (Veneto, Verona), Elber ed Giuda (Emilia-Romagna, Reggio), Erbo d' Giuda (Piemonte), Fanfaluga (antichi), Fanfalugo (antichi), Fior di Maria (Umbria, Perugia), Foscelluccia (Campania, Terra di Lavoro), Guainer (Lombardia, Brescia), Guainot (Lombardia, Brescia), Ignulella (Campania, Avellino), Legno maledetto (Marche, Pesaro), Len de Giuda (Veneto, Treviso), Pan e vin (Veneto, Verona), Pancucar (Veneto, Verona), Pancuco (Veneto, Verona), Rotafuoco (Campania, Cosenza), Scingcoluzza (Campania, Salerno), Scioscelluccia (Abruzzi, Teramo), Sciuscella (Basilicata, Potenza), Sciuscelluzza (Basilicata), Scotano salvatico (Marche, Ancona), Sellocora selvatica (Campania, Napoli), Siliquastro (Toscana), Sinesiauro (Veneto, Brentino), Sollecaina (Abruzzi, Teramo), Solleccaina (Campania, Terra di Lavoro), Terebintu con xiuri russi (Sicilia), Tregano (Marche, Ancona), Unghia di cavallo (Roma), Unghia di cavallo (Abruzzi, Teramo), Unghia di cavallo (Campania, Avellino), Vainella (Campania, Salerno), Vainella (Abruzzi, Teramo), Vainella (Basilicata), Valsaniello (Abruzzi, Aquila).