La lappola bianca è una pianta annua a distribuzione mediterraneo-submediterranea, forse di antica introduzione al limite settentrionale dell'areale (archeofita), presente in tutte le regioni d'Italia continentale salvo che in Sardegna e Calabria. La distribuzione regionale si estende dal Carso all'alta pianura friulana, con alcune stazioni nelle Prealpi; in Carso la specie è comune ovunque, spesso in popolazioni molto dense. Rarissima a Trieste, si concentra nelle aree verdi della periferia, ma alcuni esemplari segnalati anche all'interno dell'area urbana; è stata rinvenuta a Cologna sul sentiero sotto gli impianti sportivi del CONI (205 m) e a Borgo S. Sergio sul Monte Castiglione (70 m). Cresce in stazioni aride, aperte e sassose, ai margini di mantelli e siepi, su scarpate, in ambienti ruderali, su suoli primitivi ricchi in scheletro, aridi d'estate, con optimum al di sotto della fascia montana. Sembra che la pianta contenga sostanze tossiche. Il genere è dedicato al medico e botanico ucraino Ivan Semenovych Orlay (1771-1829); il nome specifico si riferisce ai fiori periferici dell'ombrella, che sono molto più grandi degli altri. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.

Nome italiano: Bastonaje bianche (Piemonte), Lappoa (Liguria, Genova), Lappola (Toscana), Lappola bianca (Italia), Orlaia grandiflora (Italia), Orlaia maggiore (Italia), Pidocchi di cani (Sicilia), Zecca (Toscana, Scandicci).