La vedovella dei campi è una specie dell'Europa meridionale presente in tutte le regioni dell'Italia continentale. La distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio; in Carso la specie è comune. Rarissima a Trieste, si concentra nella periferia orientale. Cresce in prati aridi soleggiati, su suoli superficiali, di solito carbonatici ma talvolta da neutri a subacidi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Le foglie contengono un glucoside (globularina) ed una sostanza amara (globulariacitrina) che hanno proprietà stimolanti simili a quelle della teina ma che a dosi elevate diventano tossiche. Il nome generico, dal latino 'globulus' (piccola sfera), si riferisce alla forma dei capolini; il nome specifico deriva da un nome di origine Nahuat (Messico Centrale) dato a una cactacea irta di spine l'Echinocactus visnaga che significa 'circondato da raggi'. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.

Nome italiano: Bottonaria (Toscana), Chierica di preti (antichi), Fior di San Luigi (Veneto, Verona), Globularia (Toscana), Globularia punteggiata (Italia), Roselline di monache (Toscana), Sgoibe (Friuli), Testa neigra (Liguria, Mignanego), Testette (Liguria, Genova), Toson (Friuli), Vedovelle dei prati (Italia).