La scorzonera sbrindellata è una specie a distribuzione mediterraneo-paleotemperata presente, con due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia. La distribuzione regionale è ristretta al Carso, ove è avventizia casuale e incostante; è stata recentemente trovata nella bassa Val Rosandra mentre le rimanenti indicazioni per il Carso risalgono alla fine dell'800 e non risultano confermate. Rarissima a Trieste, è segnalata ad Altura sotto il viadotto sul rio Spinoleto (160 m). Cresce negli incolti, nelle vigne, su pendii aridi, in prati pascolati, su suoli argillosi, aridi d'estate, dal livello del mare alla fascia montana. Il nome generico è di etimologia incerta: potrebbe derivare dalla parola catalana 'scurzon' o spagnola 'escorzon' (vipera, serpe) per la presunta efficacia contro il morso dei serpenti, oppure dalla latinizzazione del termine tedesco 'Schwarzwurzel' (radice nera); il nome specifico si riferisce alle foglie profondamente divise. Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: maggio-luglio. Syn.: Scorzonera laciniata L. subsp. laciniata

Nome italiano: Erva di gnagnaru (Sicilia, Prizzi), Pei de caboni (Sardegna), Pei de caponi (Sardegna), Podospermo laciniato (Italia), Scorzonera sbrindellata (Italia), Scursunera (Sicilia, Prizzi), Sfardata (Sicilia, Prizzi).