L'aglio romano è una specie a distribuzione eurimediterranea presente come avventizia in alcune regioni dell'Italia settentrionale. La distribuzione regionale si concentra nella parte sudorientale del territorio, con stazioni sparse sino ai fondivalle del settore alpino; in Carso la specie è diffusa e comune. Rarissima a Trieste, si concentra nelle aree della periferia, segnalata presso Longera-Montebello. Cresce negli orli di arbusteti e in siti disturbati presso gli abitati, su suoli limoso-argillosi freschi in profondità, ricchi in composti azotati, dal livello del mare a 600 m circa. Le cellule intatte di tutti gli Allium contengono alliina, un amminoacido inodore che per azione dell'enzima alliinasi, liberantesi con la rottura del bulbo, si trasforma in allicina, composto fortemente odoroso; tutte le specie di Allium possiedono diverse proprietà medicinali; bulbi e foglie sono commestibili. Il nome generico, già in uso presso i Romani, deriva da una radice indoeuropea che significa 'caldo', 'bruciante', per l'odore e sapore pungenti dei bulbi; il nome specifico deriva dal greco 'skorodon' (aglio selvatico), un termine già usato da Dioscoride, e 'prason' (porro). Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.

Nome italiano: Aglio d'India (Toscana), Aglio romano (Italia), Aglio romano (Toscana), Agliporro (Toscana), Rocambola (Veneto), Rocambola romana (Italia), Ulpicio (Toscana).