Il genere Taraxacum comprende diversi gruppi apomittici, che cioè si riproducono sessualmente ma senza fecondazione, per cui le popolazioni locali sono geneticamente identiche, il che ha portato alla descrizione di innumerevoli specie, ed è quindi di difficile identificazione a livello specifico. T. megalorrhizon, inteso in senso stretto, è un'entità assente in Italia: con questo nome sono state designate diverse stirpi appartenenti alla Sezione Scariosa. Nell'area metropolitana di Roma è rarissima e limitata a una stazione del litorale. Cresce in vegetazioni sia segetali che ruderali, nei coltivi, in vigneti, orti, lungo i margini delle strade, nelle aiuole etc., su suoli per lo più limoso-argillosi, piuttosto freschi e ricchi in composti azotati, subneutri, dal livello del mare alla fascia montana superiore. Il nome generico è di etimologia incerta: potrebbe derivare dal greco 'tarasso' (sanare, guarire) oppure dal persiano 'tarkhashqún' (da cui deriva l'arabo 'tarasacon') che significano 'erba amara', 'cicoria'; il nome specifico signfica 'con radici grosse'. Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: giugno-agosto. |