La maggior parte delle specie di bambù sono originarie dell'Asia e dell'America, ove crescono ad altitudini variabili, dal livello del mare sino a 3000 m sull'Himalaya; alcune specie sono spontanee in Africa (in particolare nell'Africa sub-sahariana e in Madagascar) e in Oceania, mentre non esistono bambù spontanei in Europa. A scopo ornamentale sono state introdotte in Italia numerose specie, oggi suddivise in diversi generi dall’ intricata tassonomia come Arundinaria, Bambusa e Phyllostachys, alcune delle quali si sono ben adattate al nostro clima. Molti bambù sono popolari come piante da giardino, ma necessitano di cure per contenere il loro comportamento invasivo: si propagano principalmente attraverso le radici e/o rizomi, i quali possono lanciare nuovi culmi che spuntano in superficie e che invadono spesso superfici assai vaste. Le diverse specie hanno numerosissimi usi nei paesi d’origine, a anche da noi i bambù vengono spesso utilizzati per la costruzione di staccionate o canne da pesca. Il nome specifico deriva dal greco dal greco ‘phýllon’ (foglia) e “stachys’ (spiga) e significa quindi ‘con foglie disposte in spiga’. Forma biologica: nanofanerofita. - Presenza nel Parco: coltivata. - Metaleto culta (11/1999, Herb. Padula); Zone umide PNFC al laghetto di Metaleto ( Mazza, 2006) |