La robinia è un albero deciduo di origine nordamericana, introdotto a Parigi dal Canada nel 1601 e poi diffusosi ampiamente in Europa con tendenza submediterraneo-continentale. In Italia è comunissima in tutte le regioni. Cresce sempre in ambienti disturbati, sulle scarpate, lungo i margini delle strade, in boschetti presso gli abitati e lungo le linee ferroviarie, spesso con il sambuco nero e varie specie nitrofile ruderali, su suoli da freschi a subaridi, dal livello del mare alla fascia montana, rarefacendosi progressivamente verso l’alto. È una pianta rustica e a rapido accrescimento, che tende a soppiantare la vegetazione locale divenendo spesso invasiva. Viene anche usata a scopo ornamentale per il fogliame e la vistosa fioritura; il legno, resistente alle intemperie, è utilizzato per palerie e come combustibile; i semi, la scorza e le radici contengono sostanze tossiche. La robinia è anche un'ottima pianta mellifera il cui miele (miele d'acacia) si mantiene fluido senza cristallizzare. I fiori sono utilizzati in erboristeria e in alcune regioni italiane vengono mangiati fritti. Il genere è dedicato a Jean Robin (1550-1629), erborista di re Enrico IV di Francia, nel cui giardino introdusse il primo esemplare d'Europa (ancora visibile al Jardin des Plantes di Parigi); il nome specifico significa 'falsa acacia', nome che a sua volta deriva dal greco 'akis' (spina). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno. - Presenza nel Parco: introdotta in rimboschimenti per il consolidamento di frane e scarpate stradali, invasiva soprattutto alle quote inferiori e in ambienti disturbati. - Foreste Casentinesi (Anonimo 1878), Casentino (Marcucci, 1889), Rincine-M. Massicaia (Sabato & Valenziano, 1975), La Verna (Siemoni et al., 1989-1998), Par. Naz. vers. tos. (Viciani & Gabellini, 2002), Pratovecchio (06/1978, Herb. Padula), Poppi (08/2001, Herb. Padula), Zone umide PNFC (Mazza, 2006), Foresta della Lama (Padula, 1988), Monte Moricciona (Giacinti Baschetti, 1998), Par. Naz. vers. romagn. (Sirotti & Fariselli, 2002, sub R. pseudacacia), Poggio Cornacchia (Gonnelli 2006 oss. pers), Pegaiola (Valle dell'Oia), ai margini della strada della Calla e per Camaldoli (DREAM 2006), Zone umide PNFC (Mazza, 2006).

Nome italiano: Acacia (Emilia-Romagna, Romagna), Acacia (Toscana), Acacia falsa (Italia), Acacie (Friuli), Acassia (Sardegna), Acassia (Veneto, Istria), Acassià (Piemonte, Val S. Martino), Acassia (Veneto, Belluno), Acazia (Veneto, Treviso), Agace (Friuli), Agaz (Friuli), Cacia (Basilicata, Potenza), Cacia (Piemonte), Cacia (Liguria, Sarzana), Caggena (Basilicata, Potenza), Carobola salvatica (Veneto, Venezia), Cascia (Toscana), Cassia (Veneto, Belluno), Ciantagalletto (Liguria, Savona), Falsa gaggia (Toscana), Falsacazia (Veneto, Verona), Gadia (Veneto, Treviso), Gaggia (Italia), Gagia sarvaega (Liguria, Savona), Garzia (Emilia-Romagna, Reggio), Garzia salvadga (Emilia-Romagna, Reggio), Gasia (Piemonte), Gazia (Veneto, Belluno), Gazia (Liguria, Ponti di Nava), Gazzia (Liguria, Genova), Grace (Campania, Avellino), Legnu Caccia (Liguria, Rapallo), Maruca (Marche, Pesaro), Marugon (Emilia-Romagna, Romagna), Marugun (Emilia-Romagna, Reggio), Parasol (Piemonte), Robenia (Emilia-Romagna, Reggio), Robinia (Toscana), Robinia (Italia), Roebina (Lombardia, Bergamo), Rubein (Emilia-Romagna, Reggio), Rubeina (Emilia-Romagna, Reggio), Ruben (Emilia-Romagna, Romagna), Rubenia (Emilia-Romagna, Reggio), Rubì (Lombardia, Brescia), Rubin (Liguria, Valle di Polcevera), Rubina (Lombardia, Brescia), Rubinia (Emilia-Romagna, Piacenza), Spina Christi (Piemonte), Spina di Noussignor (Piemonte).