Il fior di stecco è un piccolo arbusto a distribuzione eurasiatico-continentale presente in tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Puglia. Cresce nei boschi mesofili di latifoglie decidue e nelle loro radure, dai querco-carpineti alle faggete, su suoli argillosi piuttosto profondi, dalla fascia submediterranea alla fascia montana superiore. Tutte le parti della pianta sono estremamente velenose per la presenza di un glucoside (dafnina). Le dafne sono note fin dall'antichità per le proprietà farmacologiche, ma il loro uso è molto pericoloso e spesso il solo contatto con l'epidermide causa arrossamenti e vesciche sulla pelle. I frutti rossi, la cui ingestione provoca avvelenamenti anche mortali, sono stati impiegati in pittura e anche come fard in Siberia, cosmetico non meno pericoloso della biacca usata dalle matrone romane. Il nome generico deriva da 'dàphne', nome greco dell'alloro, per le foglie sempreverdi di alcune specie come D. laureola; il nome specifico deriva dall'arabo e significa 'mortale'. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: marzo-maggio. - Presenza nel Parco: diffusa soprattutto alle quote superiori. - Foreste Casentinesi (Anonimo 1878; Padula, 1995), Stradella (Caruel, 1860-64), La Verna (Caruel, 1860-64; Marcucci, 1889; Matteini, 1968), fra Falterona e Camaldoli (Baroni, 1897-1908), M. Falco (Zangheri, 1966b; Padula, 1988; Sirotti 1998), Poggio Giogo, Pian delle Fontanelle, Passo della Calla, Poggio Scali (Zangheri, 1966a), Passo del Muraglione, Campigna, Passo dei Mandrioli (Zangheri, 1966a; 1966b); Campigna-Lama (Ferrari et al., 1979; 1982; Padula 1988; Padula et al., 1988), M. Falterona (Sirotti 1998, Gonnelli et al., 2002), Par. Naz., vers. tos. (Viciani & Gabellini, 2002), Stia (09/2001, 07/2005, Herb. Padula), Rincine-M. Massicaia, (Sabato & Valenziano 1975), Zone umide PNFC (Falzea, 2006), Par. Naz., vers. romagn. (Alessandrini & Bonafede, 1996; Sirotti & Fariselli, 2002), Sasso Fratino (Hofmann 1965; Tiglié 1974; Bottacci et al., 2003; Gonnelli et al., 2005; Montanari 2005; Gonnelli et al., 2006).

Nome italiano: Ardsin (Piemonte), Belladonna (Veneto, Treviso), Belom (Piemonte), Biondella (Toscana), Calmelea (Toscana), Camalea (Italia), Camelea (Toscana), Camelea (Veneto, Verona), Cocognidio (Abruzzi, Chieti), Dafne mezereo (Italia), Dafnoide (Toscana), Darfana (Veneto, Treviso), Erba cattiva (Calabria), Erba moriola (Emilia-Romagna, Reggio), Fior di stecco (Toscana), Fior di stecco (Italia), Galera (Piemonte), Garau (Liguria, Mentone), Garoù (Piemonte), Laur sarvaj (Piemonte), Laureola femmina (Toscana), Lauriola con frutti russi (Sicilia), Locia (Friuli, Carnia), Mezereo (Italia), Mezzereno (Marche), Mezzereo (Veneto, Verona), Mezzereo (Toscana), Miserella (Toscana), Moriola (Emilia-Romagna, Reggio), Oliela (Lombardia, Brescia), Olivela (Piemonte), Olivella (Toscana), Peer de montagna (Lombardia, Bergamo), Peiver mat (Piemonte), Peiver nostran (Piemonte), Pepe di monte (Italia), Pepe montano (Veneto, Verona), Pepe montano (Lombardia, Sondrio), Pepe nostrano (Piemonte, Novara), Peure mat (Piemonte, Val S. Martino), Pever di mont (Friuli, Carnia), Pevere montano (Veneto, Vicenza), Podis (Veneto, Belluno), Polis (Veneto, Belluno), Spusra (Liguria, Masone), Timelea (Piemonte, Annone, Saluzzo), Timelea (Veneto, Verona), Timelea femmina (Toscana), Tosseghit (Lombardia, Milano), Tossico (Lombardia, Valtellina), Veduvella (Abruzzi), Zimes (Veneto, Belluno), Zirese (Veneto, Verona), Ziresola (Veneto, Verona), Zirezola (Veneto, Verona).