Il grano saraceno è una pianta annua di origine centroasiatica presente come avventizia sfuggita alla coltivazione in tutte le regioni dell’Italia continentale, ma in forte regresso. Viene ancor oggi coltivato soprattutto in Valtellina, in Alto Adige e in poche altre vallate alpine e dell’Appennino settentrionale e appare raramente allo stato subspontaneo in ambienti disturbati su terreni poveri, acidi ma ben drenati, poveri di composti azotati, di solito dalla fascia collinare a quella montana, raramente più in basso. Il grano saraceno è stato addomesticato e coltivato da tempi antichissimi, probabilmente nella provicia dello Yunnan in Cina, da cui si diffuse in Asia Centrale e nel Tibet e poi nel Medio Oriente e in Europa. La coltivazione è documentata in Europa (Balcani) almeno a partire dal Neolitico Medio (circa 4000 a.C.). In russo, il grano saraceno è chiamato ‘grechikha’ (erba greca) il che suggerisce una sua introduzione, probabilmente nel VII secolo, da parte dei greci bizantini. I semi si consumano nelle minestre, specialmente di verdure, e in forma di farina sono usati per preparare la polenta saracena o polenta nera (che sostituiva la polenta di mais in Italia prima della scoperta dell’America), le crespelle e paste alimentari (famosi i pizzoccheri e le manfrigole della Valtellina, la soba giapponese e i bliny russi), o anche come porridge come la ‘kasha’ della cucina slava. Il grano saraceno contiene però potenti allergeni in grado di indurre, in pazienti sensibili, reazioni anafilattiche anche severe. Il nome generico deriva dal greco ‘phagas’ (ghiottone) e ‘pyros’ (grano, frumento), quello specifico significa ‘commestibile’. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-ottobre. - Presenza nel Parco: rarissima, forse scomparsa. - Campigna (Zangheri, 1966b). Zangheri (1966b) riporta che tale pianta era coltivata in Campigna secondo A. Targioni nel 1857. Da allora non è stata più segnalata.

Nome italiano: Fagopiro (Toscana), Formento saraceno (Toscana), Formenton (Veneto, Treviso), Formenton negro (Veneto, Verona), Formentone (Toscana), Formentù (Lombardia, Valtellina), Formentù negher (Lombardia, Brescia), Fraina (Toscana), Fraina (Lombardia, Como), Fraina (Emilia-Romagna, Piacenza), Frumentone (Toscana), Furmentin (Piemonte), Furmenton (Piemonte), Granet (Piemonte, Val S. Martino), Grano nero (Toscana), Grano saraceno (Toscana), Grano saraceno comune (Italia), Grano saracinesco (Toscana), Melega (antichi), Melica (antichi), Negro (Veneto, Verona), Painul (Friuli, Carnia), Pajan (Friuli), Pajanul (Friuli, Carnia), Polenta negra (Veneto, Verona), Sarasin (Friuli), Sarasin (Veneto, Istria), Sarezin (Veneto, Treviso), Sarrazin (Piemonte).