Il caprifoglio delle Alpi è un arbusto delle montagne dell'Europa meridionale presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Puglia e nelle Isole maggiori. Cresce nelle faggete, in cespuglieti e in boscaglie umide delle fascie montana e subalpina, su suoli generalmente fertili, di preferenza calcarei. Le bacche sono tossiche per la presenza di xilosteina (ad azione emetica), ma un tempo la pianta era utilizzata a scopo medicinale. Il genere è dedicato al medico e botanico tedesco A. Lonitzer-Lonicerus (1528-1585). Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio. - Presenza nel Parco: da confermare - M. Penna, La Verna, M. Calvano (Sirotti 1998). Questi dati sono riportati da Sirotti (1998) in base a osservazioni di Lovari & Siemoni (1991) e meritano conferma in quanto non esistono per l'area né segnalazioni né campioni di questa specie recenti o antichi nell'Erbario Centrale (FI); oltre a ciò diverse identificazioni di exsiccata congenerici si sono rivelate erronee (ad es. campioni determinati come L. nigra si sono rivelati in realtà essere Lonicera xylosteum subsp. nigra).

Nome italiano: Badraga (Piemonte, Cuneo), Cameceraso (Toscana), Caprefoi (Lombardia, Brescia), Caprifoglio di monte (Italia), Caprifoglio selvatico (Italia), Ceresa d' montagna (Piemonte, Torino), Ceresa salvaja (Liguria, Porto Maurizio), Ceresa sarvaja (Piemonte, Cuneo), Ciliegia bastarda (Italia), Ciliegia d'alpe (Toscana), Granielle (Veneto, Verona), Lonicera alpigena (Italia), Madreselva alpina (Italia), Madreselva alpina (Lombardia, Sondrio), Pissecian (Friuli), Plusignar (Friuli, Carnia), Sarizì bastard (Lombardia, Brescia), Sciresa salvadega (Lombardia, Como), Seresa de mont (Lombardia, Brescia), Siresa salvadega (Veneto, Vicenza), Zarese mate (Veneto, Belluno), Zariese de can (Veneto, Belluno), Zariese mate (Veneto, Belluno), Ziresa salvadega (Veneto, Verona).