Lo zafferanone selvatico è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le regioni d'Italia Si tratta di una specie legata alla pastorizia e un tempo molto più diffusa, che cresce ai margini delle lande rupestri, nei prati aridi, ma anche in ambienti ruderali come discariche e margini di strade, spesso con altre piante spinose, dal livello del mare a 1300 m circa. Il nome generico deriva dall'arabo 'quartom', 'qurtum' o 'qurtom' (dipingere, tingere), per l'antico uso di C. tinctorius; il nome specifico si riferisce alla pelosità vellutata del fusto. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto. - Presenza nel Parco: diffuso soprattutto alle quote inferiori. - Moggiona (Baroni, 1897-1908, sub Carduncellus lanatus); Campigna (Zangheri, 1966a); In tutta la fascia (Zangheri, 1966b); Par. Naz., vers. romagn. (Sirotti & Fariselli, 2002), Par. Naz., vers. tos. (Viciani & Gabellini, 2002).

Nome italiano: Atrattile (antichi), Basadonne (Veneto), Batticristi (Calabria), Carduncellu (Calabria), Cartamo lanato (Italia), Cece prete (Toscana), Gruogo saracinesco salvatico (Toscana), Safranoun (Piemonte), Saituni (Sicilia, Avola), Scardiccione (Toscana), Scardiccione salvatico (Toscana), Spinedde (Puglia, Barletta), Spinonì (Veneto), Spinoti (Veneto), Vilettu (Calabria), Zafferanone selvatico (Italia).