Il roscano, o barba di frate, è una pianta annua a vasta distribuzione paleotemperata, rara ma costante su tutte le coste del territorio italiano salvo che in Liguria, ove non è stata più osservata da lungo tempo. La distribuzione regionale si estende lungo le coste, dalla foce del Tagliamento al Muggesano, con lacune nelle parti più pietrose della costiera triestina. Cresce su suoli salati lungo i litorali, ove si ha accumulo di residui organici. Foglie e fusti, soprattutto quelli delle piante più giovani, sono commestibili sia crudi sia cotti e hanno proprietà diuretiche. La combustione di questa pianta era uno dei principali metodi per ottenere carbonato di sodio (la soda), un composto alcalino utilizzato nella lavorazione del vetro e nella produzione di sapone. L'origine dell'industria vetraria prima a Venezia e poi a Murano è legata alla disponibilità di importanti biomasse di questa specie (e di altre piante alofile) nella Laguna Veneta. L'introduzione, agli inizi dell' Ottocento, di nuovi e più convenienti processi di produzione della soda, quale il processo Leblanc, che permetteva di ottenerla dal calcare e dall'acido solforico, mise fine all'utilizzo industriale delle piante alofile. Il nome generico si riferisce all'alto contenuto in carbonato di sodio della pianta, quello specifico significa ‘inerme, senza spine’. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-agosto.

Nome italiano: Bacicci (Toscana), Barella (Emilia-Romagna, Romagna), Crispi (Puglia, Barletta), Erba kali (Toscana), Erva di vitru (Sicilia), Isgaro (Toscana), Lascari (antichi), Riscoli (Italia), Riscolo (Toscana), Roscani (Toscana, Monte Murlo), Roscano (Veneto), Roscano (Toscana, Scandicci), Roscano (Italia), Salsola soda (Italia), Scerba (Sicilia, Avola), Soda (Sardegna), Soda (Toscana), Spinedda (Sicilia, Catania), Spinedda latina (Sicilia, Modica).