Page 46 - Belluno

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Origine:
genere diffuso sulle montagne dell’emisfero settentrionale,
con la massima diversità in Asia nella regione Himalayana; due sole
specie sono spontanee in Italia sulle Alpi, presso il limite degli alberi.
Usi e curiosità:
il genere comprende almeno 500 specie e
numerosissimi cultivar, molti dei quali di origine ibridogena; quasi tutte
le forme coltivate in Italia sono di origine asiatica; quelle di minori
dimensioni vengono spesso chiamate ‘azalee’ ed in genere prediligono
substrati acidi. Alcune specie, nei paesi di origine, sono buone piante
mellifere, ma vi sono anche specie (ad es. Rh. ponticum e Rh. luteum)
il cui nettare contiene sostanze tossiche e rende il miele allucinogeno,
un fatto già accennato da Senofonte.
Descrizione:
le diverse specie di
Rhododendron differiscono notevolmente per dimensioni: si va da
arbusti nani a veri e propri alberi. In Italia si coltivano normalmente le
forme arbustive. Le foglie sono alterne, semplici, di solito sempreverdi
nei cultivar presenti in Italia, di dimensioni molto variabili tra le diverse
specie. I fiori, con una corolla di 5 petali fusi tra loro, possono essere
solitari o raccolti in infiorescenze ed hanno colori che variano in base
alle specie, dal bianco al rosso al giallo all’azzurro. Il frutto è una
capsula.
Etimologia:
il nome generico deriva dal greco ‘rhodon’, ‘rosa’
e ‘dendron’, ‘albero. Questo nome fu utilizzato da Linneo in
riferimento alle vistose fioriture, nonostante che i greci chiamassero
‘rhododendron’ l’oleandro.
Parchi:
Bologna.